“13 novembre, la Campania esce dal commissariamento”
6 Novembre 2019A dichiararlo, a margine del convegno che si e tenuto ieri a Napoli sulla patologia diabetica, il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca.
A pochi giorni dal Tavolo romano che dovrebbe sancire la definitiva uscita dal commissariamento della sanità campana, anche il convegno – “I Pacc come approccio innovativo alla gestione del diabete”, che si è tenuto ieri pomeriggio a Napoli, al Grand hotel Santa Lucia – ha rischiato di passare in secondo piano. Non a causa della mancanza di spessore scientifico del simposio che, anzi, ha chiamato a raccolta i maggiori specialisti del settore, provenienti sia dal mondo accademico, sia da quello delle società scientifiche e dal territorio. E tantomeno dallo scarso interesse che suscita l’argomento, visto che l’elevato tasso glicemico colpisce oltre 400mila cittadini campani e che la Regione risulta prima in Italia per il numero di casi di diabete in età pediatrica.
I percorsi ambulatoriali complessi e coordinati (Pacc) rappresentano uno strumento di intervento efficace verso cui punta la Regione, per garantire ai pazienti diabetici una organizzazione adeguata e per assicurare una maggiore appropriatezza assistenziale, con l’obiettivo di ridurre i ricoveri ospedalieri ed i costi per le complicanze croniche. Questo l’argomento forte, che per altro ha dato titolo al convegno, ma che è finito al secondo posto dove è stato spinto dall’altro argomento forte: l’uscita dal commissariamento dopo dieci anni.
Nelle conclusioni affidate al presidente della Giunta regionale della Campania, il presidente De Luca ha, infatti, manifestato la sua certezza: “Il Tavolo romano, fissato per il prossimo 13 novembre, sancirà la definitiva uscita della Campania dal piano di rientro, una presa d’atto che sarà sancita dalla prima riunione utile del Consiglio dei ministri”. Il governatore, che in passato ha ribadito a più riprese questo concetto, ha palesato ieri la certezza di conseguire l’obiettivo e non tanto per il mutato quadro politico a livello nazionale ma per i risultati maturati sul campo: la riduzione de piede diabetico da 5mila a 600 casi, il che dimostra l’avvio di un efficace azione preventiva; gli interventi sulle fratture del femore nel 50% dei casi nell’arco delle 48 ore; la riduzione dei tagli cesari, che in alcune realtà si attestavano sul 94%; i 170 punti conseguiti nella griglia Lea; l’avvio delle assunzioni attraverso le relative procedure concorsuali.
“Si tratta di risultati conseguiti – a tenuto a chiarire De Luca – nonostante alla Campania vengano erogate risorse inferiori rispetto alle regione del Nord, perché si tiene conto del criterio della popolazione anziana residente e non anche di quello della cosiddetta deprivazione sociale, vale a dire la situazione economica dei cittadini, così come previsto, invece, nelle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità”. Tutto bene dunque? Per il presidente De Luca ci sono ancora cose da fare: non bisogna abbassare la guardia, questo il monito che ha rivolto ai direttori generali delle Aziende sanitarie presenti; insistere sulle campagne preventive di screening oncologici per intercettare precocemente le malattie neoplastiche, aumentando così significativamente le percentuali di successo delle terapie; ridurre ulteriormente le liste d’attesa.
“Raggiunta l’efficienza del sistema bisogna ora passare alla fase due – ha concluso De Luca – è necessario fare un salto di qualità ulteriore, puntando all’umanizzazione della cura e pensando al paziente come si trattasse di un padre, di una madre, di un figlio”.