Meno assistenza per rispetto della legge.

Meno assistenza per rispetto della legge.

5 Ottobre 2018 0 Di Manto

Nella regione di acchiappacitrulli succede anche questo. Paga pegno chi rispetta la legge. Accade così che nonostante una precisa norma preveda – per chi ha necessità di essere riabilitato, a seguito di evento acuto – il vaglio dell’Unità di valutazione riabilitativa (Uvbr)) tale procedura, di fatto, non è applicata in ben quattro province su cinque della Campania.

Risultato? A Napoli, Salerno, Avellino e Benevento, dopo una malattia acuta, si arriva direttamente al centro riabilitativo sulla base di una semplice prescrizione specialistica, per così dire, con effetto immediato.

In provincia di Caserta (più che Terra di Lavoro, Terra di acchiappacitrulli) tutto questo non succede. Il paziente dopo la valutazione dell’ospedale dove è ricoverato e che, in caso di necessità, lo indirizza alla fase post-acuta della riabilitazione, deve passare anche per il secondo grado di giudizio dell’Uvbr. Se poi il paziente parte dal domicilio deve pagare anche ticket. Più accchiappacitrulli di così? Sembra di assistere alla nota pubblicità laddove si sottolinea che all’improvviso tutto sembrava più vecchio…. nel caso, tutto diventa più lento.

Si badi bene che, una tantum, qui la malasanità non c’entra. L’Azienda sanitaria locale applica una legge nata, magari con buone intenzioni, per intensificare i controlli, evitare prestazioni improprie e possibili frodi. Ma tutto questo per il resto della Campania non conta, conta solo per Terra di Lavoro, o meglio per i soli pazienti della provincia che vedono trasformata in una corsa ad ostacoli il sacrosanto diritto alla cura. Più pazienti di così?

Ribadiamo, per napoletani, salernitani, sanniti ed irpini, nessun ostacolo. La legge è stata abolita di fatto se non di diritto. Per i cittadini di Caserta, invece, l’unica strada per velocizzare il percorso diventa quella di fasi curare fuori provincia (quando si dice la migrazione sanitaria) con gli intuibili disagi di chi deve far riferimento a centri riabilitativi lontani da casa.

Ai responsabili di questa odiosa discriminazione fra persone, tutte colpite da gravi patologie, una solda domanda: è chiedere troppo che la legge, se proprio così indispensabile, venga rispettata da tutti?  O, se non necessaria, da nessuno? Insomma, giusto per sottolinearlo a qualcuno che, evidentemente, deve essersi fatta una strana idea: Terra di Lavoro non sta per Terra di Ortolani!