20anni di trapianti, numeri raddoppiati
5 Novembre 2019A cominciare da domani, 6 novembre, la tre giorni romana – nell’Auditorium Antonianum della capitale – per fare il punto sull’attività trapiantologica, coordinata dal Centro nazionale.
Molti i temi al centro dei lavori di questi tre giorni: i programmi di allocazione degli organi, la trasparenza e l’equità del sistema, il sistema logistico dei trasporti di equipe e organi, le strategie di incremento dei prelievi da donatore vivente e il consolidamento di innovazioni come la donazione a cuore fermo e la perfusione degli organi, ma anche l’utilizzo di nuovi farmaci e l’acquisizione di nuove conoscenze per l’utilizzo di donatori fino a poco tempo fa considerati non idonei per l’elevato rischio di trasmissione al ricevente di malattie infettive o neoplastiche. Si parlerà anche di comunicazione con le famiglie e i pazienti, di corretta informazione verso media e cittadini e delle problematiche collegate al trapianto di midollo e alla donazione di gameti eterologhi.
“In questo settore stiamo assistendo a una importante evoluzione dei processi, delle pratiche cliniche e degli assetti organizzativi – spiega il direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) Massimo Cardillo- gli Stati Generali coinvolgeranno tutti i professionisti della nostra rete con l’obiettivo di costruire strategie rinnovate per incentivare la donazione e per rispondere sempre meglio alle esigenze di cura di pazienti affetti da insufficienza d’organo terminale”.
Gli Stati generali – come si legge nella nota stampa diramata dal Centro nazionale trapianti – saranno anche l’occasione per celebrare i vent’anni di vita della Rete nazionale, nata con l’approvazione della legge 91 del 1999 che ha istituito il Centro nazionale trapianti, uniformato il sistema fra tutte le regioni italiane e creato il sistema informativo per poter registrare già in vita le dichiarazioni di volontà alla donazione.
L’approvazione di quello storico provvedimento impresse una svolta decisiva grazie alla quale l’Italia è passata dall’essere un Paese di emigranti del trapianto a eccellenza riconosciuta a livello mondiale. A parlare sono i numeri: l’attività di donazione è praticamente raddoppiata (+94%); mentre i trapianti sono cresciuti del 58%. Nel 1998 le liste d’attesa includevano 13mila pazienti, mentre ora sono meno di 9mila, e complessivamente sono diminuiti i tempi medi di attesa per un trapianto: nel caso del rene, l’organo più trapiantato, oggi un paziente aspetta in media 24 mesi contro i 36 del 2002. Anche l’attività del trapianto di cellule staminali emopoietiche ha segnato una crescita esponenziale: i donatori al registro Ibmdr sono aumentati del 132% e il numero di trapianti da donatori volontari non consanguinei è passato dai 133 del 1999 agli 848 del 2018, e hanno superato complessivamente quota 10mila.
Il ventennale della Rete arriva in un momento di ottima salute per il sistema. L’attività italiana è in aumento: il trend di crescita delle donazioni nel periodo 2014- 2018 si è attestato al 24,4%, e da gennaio a ottobre 2019 sono stati realizzati 69 trapianti in più rispetto allo stesso periodo del 2018 e le dichiarazioni di volontà registrate sono oltre 6,5 milioni, di cui oltre 2 milioni raccolte solo negli ultimi 10 mesi.