Trapianto cuore Monaldi, la parola ai protagonisti
19 Luglio 2021In Europa è stato impiantato in contesto puramente clinico (non sperimentale) il primo cuore artificiale totale elettronico in un paziente con disfunzione biventricolare ed ipertensione polmonare.
L’intervento è durato diverse ore ed ha comportato la rimozione di gran parte del cuore originario, con una tecnica innovativa che comunque prepara il paziente ad eventuale trapianto successivo.
Il sistema attuale ha importanti vantaggi tecnologici che dovrebbero ridurre significativamente sia il rischio trombotico ed emorragico, sia quello infettivo. L’alimentazione è a batterie e non pneumatica.
Ora il paziente ha un buon flusso sanguigno, e ci si attende che si verifichi un progressivo miglioramento della funzione degli altri organi che hanno risentito di anni di disfunzione cardiaca globale.
Ad eseguire l’intervento è stata l’equipe guidata dal dottor Ciro Maiello, responsabile del Centro trapianti di cuore ed assistenze meccaniche ventricolari in adulti dell’Ospedale “V. Monaldi” dell’Azienda Ospedaliera Specialistica dei Colli di Napoli, che così commenta: “Come centro italiano con maggior esperienza nel campo dell’impianto di cuore artificiale totale, e di lunghissima esperienza nel campo del trapianto di cuore, posso ragionevolmente sostenere che questo nuovo cuore artificiale totale “Aeson” rappresenta un passo avanti decisivo per i pazienti candidati a trapianto che non sono in grado più di attendere un organo compatibile, a causa della severità della loro malattia e della penuria di offerte donative che cronicamente limita la nostra capacità di effettuare il numero di trapianti di cuore che vorremmo effettuare”.
“Aeson – aggiunge Maiello – è un sistema elettronico e non pneumatico, molto più silenzioso di quello che abbiamo utilizzato sino ad oggi, con un solo cavo che di alimentazione e controllo del dispositivo che trapassa la cute, e che soprattutto offre due vantaggi: si tratta di un sistema “intelligente” che autoregola le funzioni di pompa del dispositivo; è un protocollo meno impegnativo in termini di antiaggregazione/anticoagulazione che predice minori complicanze a parità di sicurezza”.
“Queste caratteristiche – completa Ciro Maiello – hanno il potenziale di impattare positivamente sulla qualità e durata di vita dei pazienti in attesa di trapianto di cuore. A noi resta la responsabilità di individuare accuratamente i pazienti che possono massimamente giovarsi di un impianto biologicamente impegnativo, e relativamente costoso, affinché sia soddisfatta la sostenibilità della procedura. Mi rende felice l’idea di avere un’arma decisamente evoluta per il trattamento dello scompenso cardiaco avanzato a vantaggio dei nostri pazienti”.