Walter Alvisi, il basket da gioco ad impegno di vita
2 Settembre 2021La pregressa esperienza che mi ha visto impegnato nel condurre insieme con la Dottoressa Mozzi la rubrica Tuttintervista mi ha dato la possibilità di indagare un mondo, quello dello Sport, che avevo approcciato negli anni soltanto nella qualità di Terapista della Riabilitazione. Grazie all’incontro con tanti sportivi agonisti e non che hanno parlato volentieri di Sport-Salute e Covid mi sono talmente appassionato al discorso relativo al Movimento ed alla Salute che la Direzione ha deciso di affidarmi una rubrica in grado di approfondire proprio queste tematiche, continuando a dare la parola agli attori principali: gli atleti.
Oggi parliamo di Sport-salute e Covid con Walter Alvisi:
SETTORE GIOVANILE: Libertas Basket Foggia
CAMPIONATI SENIOR: Libertas Basket Foggia – serie B2; CUS Foggia – serie D; Basket Apricena – serie C; USBL Lucera – serie C1; Angel Manfredonia – serie D e serie C2; Olimpica Cerignola – serie C; Diamond Foggia – serie D; Angel Manfredonia – serie C silver e serie C gold; Sveva Lucera – serie C silver.
Come ha affrontato e come affronta, alla luce della diffusione della nuova variante Delta del Covid, la paura del contagio ed il disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?
Inizialmente con un po’ di paura perché vi era tanta confusione dettata anche da una informazione forse non adeguata a tutto quello che stava succedendo. Successivamente, come tutti, ho iniziato ad informarmi, a prendere coscienza della situazione e ho prestato la massima attenzione al rispetto delle norme di sicurezza nella speranza che si arrivasse, il prima possibile, alla risoluzione ma sempre cercando di rimanere in una condizione mentale di massima serenità.
Per quanto riguarda invece la situazione attuale, avendo ormai constatato la strumentalizzazione evidente di questa pandemia, continuo a rimanere sereno nel continuo rispetto delle norme di sicurezza.
Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed al Basket in particolare la pandemia, le chiusure indiscriminate della prima ora e la confusa gestione politica?
Lo sport italiano non viveva già un grandissimo momento dettato dal fatto che in Italia non vi è la cultura sportiva che c’è negli altri paesi di Europa e del Mondo poi, con l’avvento della pandemia, a pagare sono stati gli sport e le categorie di minor rilevanza che erano già stati segnati da un grande crisi economica. La Pallacanestro è una di queste e la pandemia, oltre ad aver lasciato molti giocatori professionisti e semiprofessionisti senza lavoro e senza alcuna tutela da parte della Federazione, ha portato alla morte di tante piccole realtà, anche giovanili, che provavano a fare pallacanestro in una situazione come già detto complicata. In più la FIP ha collaborato a peggiorare questa situazione dimostrando scarsa capacità di pianificazione. Ad onor del vero la FIP non è stata aiutata dalla nostra classe politica già oberata e, ahimè, incapace di risolvere problemi ben più grandi della situazione dello sport in Italia, tanto da limitarsi a chiudere tutto e tutti indiscriminatamente. La FIP si è trovata quindi sola a dover far fronte ad una situazione così disastrosa ed ha pensato esclusivamente a “far cassa” provando, ad esempio, a far partire e a far disputare campionati regionali come C silver e C gold a Gennaio 2021 chiedendo alle Società, già piegate dalla pandemia, parametri e tasse di iscrizione per campionati che erano palesemente delle “pagliacciate”.
Quanto valore attribuisce al binomio Sport-Salute?
Come diceva Giovenale “Mens sana in corpore sano”. Questa frase riassume al meglio il mio pensiero sul binomio sport-salute. Inoltre in questo periodo di pandemia molti medici hanno espresso valutazioni con fondamento scientifico su quanto sia stato errato vietare la pratica sportiva, poiché essa stessa rafforza il sistema immunitario.
Cosa le hanno dato in termini di crescita personale e sociale lo Sport in generale ed il Basket in particolare?
Amo lo Sport in generale e mi ritrovo a praticare la Pallacanestro dall’età di 4 anni grazie a mio padre. Da ragazzino la Pallacanestro era semplicemente un gioco che mi ha permesso di imparare a stare con gli altri e condividere momenti di svago. Crescendo, ed iniziando ad affrontare dei campionati, la visione di questo sport è cambiata: il mero divertimento diventava un impegno a tutti gli effetti. Iniziavano ad esserci delle regole da rispettare, la figura dell’allenatore diventava un punto di riferimento e i compagni di squadra dei fratelli, le sconfitte e le vittorie cominciavano ad assumere un valore diverso e molte erano le difficoltà nei rapporti interpersonali con i compagni e i coach, ma questo mi ha permesso di crescere come atleta e ancor di più come uomo. Terminata l’attività giovanile mi approcciai alle squadre senior, il sogno di ogni ragazzino. Il sano “nonnismo” dei più grandi e gli obiettivi che iniziavano a diventare sempre più importanti hanno chiuso il cerchio facendo di me il giocatore e, ripeto, soprattutto l’uomo che sono oggi. La pallacanestro è diventata da un gioco uno stile di vita che mi ha permesso di approcciarmi alle difficoltà della vita con una consapevolezza ed una forza diverse.