70mila alle elezioni RSU, un terzo sceglie la Cisl
12 Aprile 2022Lorenzo Medici (Fp): “Grande partecipazione decreta trionfo”.
70 mila partecipanti alle votazioni per le Rappresentanze Sindacali Unitarie in Campania, un terzo dei votanti sceglie la Funzione Pubblica della Cisl. I dati finali decretano il trionfo della categoria guidata da Lorenzo Medici, e scavano un abisso profondissimo con le altre categorie confederali. La Cisl ottiene complessivamente 22.318 voti e il 33%, la Uil 15.594 e il 22%, la Cgil 12.203 e il 18%. Le altre sette liste autonome si dividono 19.097 voti e il 28%.
“Sono numeri straordinari – sottolinea il leader Fp Medici – ed eccezionali. Il sindacato conferma ancora una volta di essere la vera aggregazione democratica esistente in questo Paese. Porta al voto l’80% degli aventi diritto, contro il 69% del Nord, con una partecipazione enorme, che la politica da tempo ha dimenticato. Ed è questo dato che ci riempie di orgoglio, perché rappresentiamo la maggioranza vera del corpo elettorale”.
Nel dettaglio dei comparti, la Cisl la fa da padrone assoluto nella sanità, dove addirittura da sola raccoglie più delle altre due confederazioni, con il 36,49% contro il 12,13% della Cgil e il 18,97% della Uil. Ma le cose non cambiano anche altrove. Negli enti locali la Cisl è al 32%, la Cgil recupera in parte col 26,6% superando di 3 punti la Uil. Nei Ministeri, mentre l’organizzazione di Sbarra conferma ancora una volta il primato con il 32,6%, la Uil scavalca di nuovo la Cgil con il 22% contro il 17,80%.
“Ci viene affidata – dice Medici – una grande responsabilità, ma siamo pronti a fare la nostra parte, nel solco degli autentici valori tradizionali di sindacato libero e partecipativo, pronto a mobilitarsi quando è necessario per i lavoratori e non per altre motivazioni. Sono le intuizioni che ci hanno premiati, e che porteremo avanti con ancora maggiore determinazione grazie alla forza e alla legittimazione che ci viene dai lavoratori. Dobbiamo cambiare la Campania, realizzare un grande piano di assunzioni negli enti locali e nella sanità, modernizzare i ministeri, gli enti pubblici non economici e le agenzie, cambiare l’attuale modello sanitario, incapace di affrontare le emergenze come ha dimostrato il Covid, aldilà dei proclami a cui ci ha abituati una regione che non programma. Il prossimo obiettivo – conclude – è il referendum. Stiamo raccogliendo le firme, invieremo un appello ai partiti e alle associazioni e chiameremo i cittadini a pronunciarsi su una nuova organizzazione della salute, che resta il bene primario per tutti noi, che valorizzi la medicina territoriale ed eviti gli spaventosi sovraffollamenti dei grandi ospedali, come purtroppo sta succedendo sempre più spesso negli ultimi tempi”.