Studio Salernitano, sintomi neurologici precedono la comparsa dell’affezione da Covid
9 Marzo 2023Una nota rivista americana del Gruppo ‘Nature’, ha pubblicato un articolo scientifico a cura del neurologo Giovanni Torelli, e dei medici della Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno.
La ricerca, dimostra sulla base di esame obiettivo, clinico e strumentale, che nei pazienti con idrocefalo normoteso, i sintomi neurologici insorgono ben prima della positivizzazione da covid 19, rilevata in seguito a tampone molecolare, in soggetti non vaccinati. Questi pazienti infatti, erano negativi al covid durante la visita, ma lo hanno sviluppato successivamente, dopo riscontro molecolare o antigenico a distanza di 48 ore, con sintomi neurologici che hanno preceduto la positività dell’infezione, e con danni causati appunto da una sfalsata tempistica. L’importante ricerca, palesa quindi, per la prima volta al mondo, e relativamente all’idrocefalo normoteso, che la comparsa del virus anticipa la diagnosi stessa, e circoscrivendo i limiti di azione, si evidenziano ripercussioni sull’inizio delle cure e sulle terapie. Il covid in questo caso, dimostra di avere una propria patogenicità, soprattutto a livello polmonare e respiratorio ma è considerato anche un’ acceleratore di altre patologie come l’idrocefalo normoteso, alla luce di questa e di altre scoperte.
“La nostra è un’osservazione che si basa su pochi casi – dichiara il dottore Toriello – ma è soprattutto uno stimolo per la comunità scientifica che ci rende disponili alla compartecipazione e alla promozione di altre ricerche e a lavori di squadra, consentendo studi che permettano ulteriori progressi, affinché si chiariscano meglio i meccanismi alla base di idrocefalo e covid.
È necessario – aggiunge Torelli – individuare le conseguenze a lungo termine del covid, ed essere in condizione di usufruire di metodiche diagnostiche più sensibili, per rilevare le infezioni sin dalla loro reale insorgenza, e scongiurare quindi la possibilità che il covid possa essere un acceleratore di altre patologie.
Il malato è sempre il miglior alleato nella lotta alla malattia – conclude – e questa scoperta scientifica è dedicata alle numerose vittime del covid e ai colleghi medici che si sono immolati durante i periodi più critici che abbiamo attraversato.