Sorrento, la balena spiaggiata in un museo? Macché, giace ancora sottoterra
23 Ottobre 2023Aveva scelto il porto di Marina Piccola a Sorrento, richiamata dalle note immortali della famosa Caruso di Lucio Dalla per dire addio alla vita dopo aver attraversato i mari del mondo. Un porto “sicuro” per un fuori rotta inspiegabile per una balena presente nel mediterraneo. Una ventina di metri di lunghezza, 70 tonnellate di peso,( forse l’esemplare più grosso mai ritrovato nel Mediterraneo), di sesso femminile, la balenottera tenne col fiato sospeso soprattutto una volta risalita in superficie priva di vita, con la sua spettacolare carcassa, personale dell’istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, Asl, Stazione Zoologica A. Dohrn di Napoli, Marevivo nazionale e locale, Capitaneria di Porto, Area Marina Protetta “Punta Campanella” e Comune.
Trainata a Napoli con mezzi della Capitaneria di Porto per l’esame necrocopico da parte di professionisti del Cert dell’Università di Padova che si occupa dei cetacei spiaggiati, per accertare la causa della morte, con speciali camion e scorta stradale fu riportata a Sorrento, dove l’Amministrazione comunale riuscì, superate le prime difficoltà di accesso a ridosso dell’area cimiteriale, ad interrarla per un anno e poi procedere alla “pulizia” delle ossa per essere poi montate e collocate all’ingresso del porto di Sorrento quale richiamo scientifico e turistico.
Ma come spesso accade , fra il dire ed il fare tra Area Marina Protetta ed il comune di Sorrento che a gara avanzavano titolarità sulla collocazione museale del cetaceo, c’è, il caso di dirlo, il mare!.
L’Area Marina Protetta alle prese con costosi convegni ( sembra che finalmente siano stati messi a posto i bilanci di (“vecchia, allegra amministrazione” mentre restano pesanti interrogativi sul personale ) e a piazzare ben quaranta boe per ormeggio, nell’area a ridosso dell’Isola d’Isca ( nessun diritto di prelazione fu esercitato all’epoca della vendita ad imprenditori privati), dove da mesi sono in corso lavori si spera, controllati da Comune e Soprintendenza, per la presenza di resti di villa romana e, lo stesso Comune di Sorrento che impegnò fondi e grandiose idee progettuali per la ricostruzione dello scheletro del Cetaceo.
Il gennaio prossimo trascorreranno tre anni dall’interro della balena e sono in tanti ad augurarsi che le promesse da marinaio non resteranno tali e, prima che sia troppo tardi, almeno per una volta, l’interesse scientifico e culturale sveglierà le coscienze del Comitato di Gestione dell’Area Marina Protetta e del Comune di Sorrento.