Danilo Della Valle, essere tra i portavoce italiani una grande emozione e responsabilità

Danilo Della Valle, essere tra i portavoce italiani una grande emozione e responsabilità

3 Luglio 2024 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Superata l’emozione dei primi giorni che effetto le fa essere inserito tra i rappresentanti dell’Italia al Parlamento europeo?

Sicuramente una grande emozione, e un grande senso di responsabilità, essere tra i portavoce italiani, e del M5S, al parlamento europeo.

Questa tornata elettorale per il rinnovo del consesso europeo non è andata granché bene per i 5 Stelle come ha ammesso lo stesso responsabile del Movimento Giuseppe Conte. Nella sua analisi a cosa attribuisce questo calo di consensi?

Storicamente le europee non ci hanno mai premiato, siamo andati sempre sotto le aspettative. Questo perché, almeno in parte, le europee sono elezioni che si contraddistinguono per una astensione abbastanza alta e ciò fa sì che il voto di opinione si perda un po’ a scapito del voto “organizzato”. Poi c’è sicuramente una riflessione interna sui temi, alcuni dei quali da rilanciare.

 Sono tante le battaglie di civiltà portate avanti dal Movimento dei 5 Stelle. Se lei dovesse citarne alcune più vicine alla sua sensibilità da dove comincerebbe?

Sicuramente le questioni riguardanti i diritti sociali, viviamo in un Paese dove la povertà cresce, l’11.7% dei lavoratori sono poveri, e le previsioni per il futuro non ci tranquillizzano. Penso alle battaglie per il salario minimo, per la settimana corta e per il reddito universale, tema che è diventato centrale in diversi Paesi, con numerosi sperimenti a riguardo.

Senza dimenticare poi le questioni legate alla pace, in questo momento storico dobbiamo fare di tutto per essere sentinelle di pace.

Sulle guerre in genere e su quella che coinvolge l’Ucraina, da due anni sotto l’attacco russo, i 5 Stelle hanno una posizione particolare. Ce ne vuole parlare?

A me non sembra una posizione particolare. La pace e le conferenze di pace si fanno con la partecipazione di tutti, anche sedendosi al tavolo dei “nemici”, e soprattutto con il dialogo, non certo con le armi. Ad oggi la strategia di mandare armi non ha portato ad alcun risultato. Ma ci vorrebbero ore per parlare di questo, dal punto di vista analitico.

Quale è stata la molla che la ha avvicinata alla Politica in genere ed al Movimento 5 Stelle in particolare?

Faccio politica dal liceo, con i comitati, con i sindacati di base, semplicemente perché credo in un mondo più giusto e più equo. Al M5S mi sono avvicinato all’epoca dei meetup, perché credo sia l’unico movimento di massa che abbia avuto la capacità di portare nel dibattito politico italiano le reali necessità delle persone, dei più deboli, dei lavoratori, di chi fa impresa nonostante i mille problemi, di chi si batte per la legalità sui territori.