Carlo Cantone, è bello vedere il basket circondato da sempre maggiore entusiasmo

Carlo Cantone, è bello vedere il basket circondato da sempre maggiore entusiasmo

10 Agosto 2024 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Carlo Cantone, giocatore di Basket campano che partendo da Sant’Antimo, sua città d’origine in provincia di Napoli, ha calcato parquet importanti non solo in Campania ma nell’intera Penisola. Significativi i suoi passaggi, tra gli altri, nella Juve Caserta, nello Scafati, nell’Olimpia Potenza Cento, nell’Orzinuovi e nel Sant’Antimo stesso.

Ha al suo attivo convocazioni nelle nazionali minori, diverse promozioni nelle serie superiori ed anche una vittoria in Coppa Italia.

La palla a spicchi quasi un destino. Come e quando è sbocciato l’amore per questo bellissimo ed elegantissimo Sport?

L’amore per il basket mi accompagna praticamente da tutta la vita, anche se inizialmente, come tutti i bambini che hanno attraversato la grande epoca di Maradona al Napoli, volevo giocare a calcio. Ma poi i miei genitori, per fortuna, mi hanno dirottato sugli allenamenti di pallacanestro, al chiuso e al caldo, e da allora non ho mai smesso di giocare.

 Il suo è un punto di vista privilegiato avendo girato l’Italia e maturato esperienze significative nel mondo del Basket. Che idea ha di questo mondo e cosa suggerirebbe per un ulteriore rilancio di questo Sport?

Ho girato tanto l’Italia negli ultimi 12/13 anni, letteralmente dal Sud al profondo Nord, e ho avuto la fortuna di giocare in ambienti meravigliosi dove io e la mia famiglia ci siamo sempre sentiti a casa. La scorsa stagione è stato bello sperimentare di nuovo i gironi che abbracciavano tutto il Paese, e credo che questo serva molto per uno sviluppo capillare del movimento. Ovviamente mi rendo anche conto che i costi per alcune società siano proibitivi, però probabilmente girando l’Italia anche nuovi imprenditori potrebbero farsi coinvolgere dall’entusiasmo del basket italiano, che cresce sempre di più e stimolarlo passo dopo passo.

Durante la sua carriera numerose sono state le squadre nelle quali ha lottato per conseguire, ottenendola, la promozione nella serie superiore. Cosa si prova?

Aver avuto il privilegio di giocare in squadre che ambivano a grandi traguardi è stato sicuramente qualcosa di eccezionale. Ho vinto il campionato sia a Cento che a Orzinuovi e sono state due emozioni bellissime, gioire alla fine di una stagione complicata e infinita è davvero impagabile; purtroppo poi ho perso in finale quando giocavo ad Omegna, con cui invece ho vinto la Coppa Italia che mi era sfuggita qualche anno prima, e anche quella fu una soddisfazione bellissima in un posto che mi ha accolto, anche quando qualche mese fa ci sono tornato da avversario, in un modo bellissimo.

 Gigi Datoma e Nando Gentile. Con quale di questi due personaggi è riuscito a stabilire maggiore feeling?

Quando ho giocato con Nando non ero neanche maggiorenne, e trovarmi improvvisamente in campo con lui, inoltre con la maglia della Juve Caserta con cui ha scritto la storia è stato qualcosa di impensabile, soprattutto a quell’età, giocare con un mito non è cosa da tutti i giorni. Inoltre aver avuto la possibilità di vederlo ogni giorno in allenamento mi ha sicuramente aiutato tanto ad alzare l’asticella delle mie prestazioni. Con Gigi invece ci siamo incontrati qualche anno dopo a Scafati, eravamo i più giovani della squadra e si vedeva sinceramente che aveva la stoffa per diventare il grande campione che oggi conosciamo tutti, ma a parte il basket giocato c’è ovviamente dietro una persona eccezionale, di grande umorismo, abbiamo anche condiviso la stanza durante le trasferte e quindi sicuramente i successi che ha avuto in seguito mi hanno fatto davvero felice

 Partito da Sant’Antimo ritorna a Sant’Antimo. Il primo amore non si scorda mai?

Tutto è iniziato a Sant’Antimo ed essere tornato qui a chiudere il cerchio è stato veramente significativo. Qui ho tutta la mia famiglia, i miei amici, e ho sempre sentito molto la responsabilità di rappresentare la mia città d’origine in giro per l’Italia. Avevo nel cuore gli anni dell’Igea, il fortino quasi inespugnabile che è stato il Pala Puca, e aver ritrovato nelle ultime due stagioni tantissimi di quei tifosi cui si sono aggiunti moltissimi giovani credo sia stata la soddisfazione più grande. Le ultime 4 stagioni con la PSA sono state delle montagne russe incredibili, divertenti ed eccitanti, e ricorderò per sempre l’applauso che il nostro pubblico ci ha riservato dopo gara-4 persa con Roseto, sintomi di grande maturità di un ambiente che, sono certo crescerà sempre di più.