
A volte ritornano: la Malaria
24 Aprile 2025La malaria è una malattia sistemica potenzialmente fatale causata da protozoi parassiti del genere Plasmodium, trasmessi all’uomo dalle zanzare femmine infette Anopheles. Da sempre tra le tre malattie più diffuse a livello globale, la malaria accompagna l’umanità sin dalle sue origini.
Si conoscono oltre cento specie di Plasmodium, ma solo quattro infettano esclusivamente l’essere umano: Plasmodium falciparum, P. vivax, P. ovale e P. malariae. P. falciparum è responsabile delle forme cliniche più gravi ed è la principale causa di mortalità.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha messo in campo numerose iniziative di prevenzione e cura, a partire dalla metà del secolo scorso. Il primo tentativo globale di eradicazione è però fallito, ostacolato da difficoltà tecniche, politiche e organizzative, nonché dalla comparsa di resistenze alla clorochina e all’insetticida DDT. Nonostante ciò, tra gli anni Cinquanta e Settanta, la malaria è stata eradicata da diversi Paesi, tra cui l’Italia.
Oggi l’Europa è considerata “malaria free” dall’OMS, ma negli ultimi decenni si sono verificati casi autoctoni in quasi tutti i Paesi europei. Ogni anno si registrano circa 15.000 casi importati, legati a viaggi in aree endemiche. I rari casi autoctoni sono dovuti a eventi accidentali, come l’importazione di zanzare infette (cosiddetta “malaria d’aeroporto”), il riutilizzo di siringhe infette, trasfusioni, trapianti o contaminazioni in ambito ospedaliero (malaria nosocomiale).
L’aumento delle temperature medie globali e le trasformazioni ambientali causate dall’attività umana, unite ai fenomeni legati alla globalizzazione, destano preoccupazione per un possibile ritorno della malaria in alcune aree dell’Europa meridionale. In un recente progetto europeo, a cui ha preso parte anche l’Italia, è stato confermato che pur essendo improbabile la ricomparsa dell’endemia, esistono aree a rischio in cui potrebbero verificarsi sporadici focolai epidemici – come sottolinea il Comitato di Studio per la Parassitologia di AMCLI (AMCLI-CoSP).
Nel 2023 gli investimenti nei programmi di lotta alla malaria hanno superato i 4 miliardi di dollari. Eppure, la malattia continua a causare circa 597.000 decessi all’anno, l’80% dei quali tra bambini sotto i 5 anni. Il 95% dei casi e il 96% dei decessi sono avvenuti nella regione africana. Seguono la regione del Mediterraneo orientale (2,4% dei casi, con il 56% registrato in Sudan), il Sud-Est Asiatico (2%, di cui l’83% in India), la regione del Pacifico occidentale (0,7%) e le Americhe (0,3%).
Oggi almeno 4 miliardi di persone, in 85 Paesi o aree geografiche, vivono in zone a rischio malaria. Nonostante i progressi della ricerca, non è ancora disponibile un vaccino in grado di offrire una protezione ampia ed efficace per tutte le popolazioni a rischio. Questo rende ancora più urgente il potenziamento delle attività di prevenzione, diagnosi precoce e cura.
In occasione della Giornata mondiale contro la Malaria 2025, l’OMS rinnova il proprio impegno all’interno della campagna “Roll Back Malaria Partnership to End Malaria” con il tema “La malaria finisce con noi: reinvestire, reimmaginare, riaccendere”. L’obiettivo è rilanciare le azioni di contrasto a tutti i livelli, da quello politico fino all’impegno delle comunità locali, accelerando il cammino verso l’eliminazione della malattia.
È fondamentale mantenere alta l’attenzione sulla malaria: occorre rinsaldare la consapevolezza che la conoscenza delle modalità di trasmissione dei plasmodi e una diagnosi tempestiva rendono possibile prevenire e curare la malattia salvando molte vite. Porre fine alla malaria significa sostenere le attività dell’OMS nelle aree endemiche e promuovere l’informazione su misure preventive e di profilassi efficaci.
“L’Associazione dei Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI), attraverso il Comitato di Studio per la Parassitologia (AMCLI-CoSP), è da sempre in prima linea nella lotta alla malaria, sia con iniziative di formazione che con il lavoro quotidiano del Microbiologo Clinico – sottolinea Pierangelo Clerici, Presidente AMCLI ETS. – La scienza ci ha fornito strumenti efficaci per la prevenzione, la diagnosi e la cura di questa grave patologia parassitaria. È fondamentale arrivare in tempi brevissimi a diagnosi corrette, per poter intervenire tempestivamente con i giusti trattamenti”.
“Oggi i Microbiologi Clinici possono contare su tecnologie avanzate che permettono diagnosi rapide e un supporto concreto ai clinici nel trattamento dei pazienti affetti da malaria” continua Clerici.
Come contribuire alla lotta contro la malaria? Ognuno può fare la propria parte. Informarsi e informare è il primo passo: conoscere i rischi, le modalità di trasmissione e le misure preventive è fondamentale. È altrettanto importante sostenere la ricerca: finanziamenti adeguati consentono lo sviluppo di nuovi farmaci, vaccini e strategie di controllo.
Nel 2015, la scienziata cinese Youyou Tu ha ricevuto il Premio Nobel per la Medicina per aver isolato l’artemisina, un potente inibitore della crescita del Plasmodium. Tuttavia, sono già stati segnalati in letteratura alcuni casi di resistenza anche a questo principio attivo, rendendo ancora più urgente l’impegno per soluzioni innovative e durature.