Abbassare il tasso di colesterolo per proteggere il cuore

Abbassare il tasso di colesterolo per proteggere il cuore

15 Dicembre 2019 0 Di La Redazione

Sono ottanta le primavere che celebrano il congresso della Società italiana di cardiologia (Sic) che elegge Pasquale Perrone Filardi alla carica di presidente.

 

In Europa, le malattie cardiovascolari sono responsabili di oltre quattro milioni di decessi ogni anno e sono sempre più le evidenze che identificano l’accumulo di colesterolo “cattivo” come elemento chiave di inizio dell’aterosclerosi. Inoltre gli ultimi studi clinici hanno chiaramente indicato che più bassi sono i valori Ldl-C raggiunti, più basso è il rischio Tenere più basso il livello di colesterolo cattivo, l’Ldl, fa ridurre i rischi di infarto e di ictus. E uno dei segreti di buona salute è di mantenere ancor più basso il valore di una sua sottoclasse, l’Ldl-c. È questo il suggerimento che viene lanciato nel corso dell’80esimo congresso nazionale della Sic che chiude oggi i battenti a Roma.

Nuove evidenze scientifiche hanno confermato che l’evento chiave di inizio dell’aterosclerosi è l’accumulo nelle arterie dell’Ldl, il colesterolo cattivo. Molti studi hanno dimostrato che abbassare ulteriormente l’Ldl (oltre i livelli che fino a pochi anni fa si ritenevano accettabili) determina infatti un effetto benefico con una riduzione del rischio cardiovascolare.

Un rischio che aumenta per chi ha una malattia aterosclerotica cardiovascolare, per chi ha già avuto un infarto cardiaco, per i portatori di stent o per chi è stato già sottoposto a intervento chirurgico di by-pass. Sono inoltre considerati ad alto rischio i pazienti con diabete che hanno già avuto complicanze in altri organi, quelli affetti da ipercolesterolemia familiare o una grave malattia renale cronica di futuri eventi cardiovascolari.

“Quasi una persona su cinque che in Italia nel 2017 è morta per malattie cardiovascolari ha avuto cause imputabili al mancato controllo del colesterolo – Un totale di poco meno di 50mila decessi all’anno sottolinea Pasquale Perrone Filardi – ma non tutte le notizie sono negative: tra gli italiani sta tornando l’attenzione per il monitoraggio di questo valore nel sangue”.