Abusi sessuali su minori nella Chiesa (V parte)
30 Agosto 2020CONCLUSIONE
Da un punto di vista generale, questo “vademecum” sembra che superi e includa tutti i documenti precedenti in tema di abuso sessuale di minori commessi da chierici. Ovviamente non è un testo giuridico completo né un riferimento clinico condiviso ma solo una specie di prontuario o una prima panoramica utile ai Vescovi, al clero e a tutti gli interessati sulle procedure più essenziali allo scopo di avere una uniformità di intenti, di criteri formativi e di attuazione pratica.
Da un punto di vista psicologico questo “vademecum” rappresenta un progresso per la confermata centralità della collaborazione tra i vari professionisti per il massimo bene comune: minori e svantaggiati.
Tutti gli psicologi potranno apprezzare l’accenno al ricorso a strutture di consulenza (statali o ecclesiastiche) e anche a singoli professionisti per consiglio, orientamento e assistenza. In passato que-sto è stato un punto critico per mancato ricorso oppure per il rapporto ostile tra accusato ed Ordinario. In alcuni casi l’accusato non è stato contattato dal suo Vescovo o questo non è mai andato a trovare l’accusato nella struttura di consulenza o in carcere. Inoltre, non sempre e in varie parti del mondo le cosiddette “case protette” (comunità religiose per il recupero di sacerdoti con vari tipi di problemi: di-pendenza da porno, alcol, gioco, abuso di potere) si sono rivelate adeguate alla complessità dei casi presi in incarico. Queste case o comunità protette potrebbero offrire delle condizioni accettabili per le misure alternative alla detenzione. È fondamentale che gli operatori di queste strutture sappiano collaborare con i consulenti dell’Autorità Giudiziaria Civile e i consulenti dell’Ordinario. Come si può facilmente osservare, il ruolo dei consulenti in questo “vademecum” è centrale non solo per la loro specifica preparazione ma anche perché dipende soprattutto da loro il recupero delle vittime. Per completezza, qui bisogna accennare anche ai casi di false accuse. Anche in questi casi i consulenti psicologi hanno un ruolo centrale. Da una parte, come è giusta la “tolleranza zero” nei confronti di chi abusa dei minori, dall’altra dovrebbe essere considerata altrettanto giusta la “tolleranza zero” nei confronti degli autori di false accuse. In particolare, bisogna considerare una ulteriore aggravante il caso di un sacerdote che accusa falsamente un altro sacerdote.
Un altro pregio del “vademecum” è l’allegato che qui di seguito replichiamo “Tabulato per i casi di delicta riservata” che serve a velocizzare e a sintetizzare i casi più gravi. Questo tabulato viene qui di seguito replicato per contribuire sua alla divulgazione e alla velocizzazione dei percorsi giudiziari.
In conclusione, uno dei maggiori meriti e vantaggi di questo “vademecum” è la sua semplicità, praticità e validità universale per tutte le Chiese Cattoliche del mondo, comprese quelle di Rito Orientale. Ora, finalmente abbiamo una buona uniformità di normativa e di procedura sugli abusi di minori commessi dal Clero. Questo costituisce un grande vantaggio per la collaborazione tra canonisti e tra questi e i giuristi di tutti i Paesi.
Da parte dei consulenti psicologi che voglio rendersi utili in questa collaborazione dovranno essere preparati a conoscere e ad applicare i criteri dei manuali più condivisi, tra cui l’attuale DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual) o altri manuali analoghi allo scopo di effettuare valutazioni delle clini-che (diagnosi, i trattamenti e prognosi) evidence based e condivisibili con altri colleghi.
Pertanto, la conoscenza del Diritto Canonico, del DSM-5 e della procedura penale del Paese in cui avviene il crimine sono alla base della formazione di chi dovrà trattare i casi di abuso di minori commessi da chierici. Questa è la prima volta che abbiamo una convergenza così amplia (applicabile in tutto il mondo) e così chiara tra vari esperti per agire in modo rapido allo scopo di proteggere le vittime e punire i carnefici e coloro che finora li hanno protetti.
*Psicologo e psicoterapeuta, perito forense, già docente di psicologia generale e psicologia della personalità all’Università Lumsa-Humanitas di Roma