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Acerra, il vescovo Di Donna: Nessuna tenerezza, nessuna compassione per le vittime dell’inquinamento
16 Febbraio 2025Un bruciatore di rifiuti che contribuisce ad inquinare l’area oltremisura e nessuna solidarietà per le vittime di questa “disgrazia”. Nessuna compassione. “Grazie, amara terra mia di Acerra, perché stai vivendo la tua passione come quella del Crocifisso che porti in processione il venerdì santo”.
Sono alcune delle parole che il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, spiega che avrebbe voluto ascoltare da chi, in questi giorni, ha commentato negativamente le recenti dichiarazioni di Roberto Fico (M5S), che aveva parlato della necessità di chiudere l’unico termovalorizzatore campano.
Parole di “tenerezza e compassione”, sottolinea il presule, che sono “mancate verso la città che, unica in Campania, porta il peso dello smaltimento dei rifiuti, pagando un alto prezzo in termini di vite umane”.
“È mancata – ha spiegato Di Donna – soprattutto da parte di quelli che non vivono nella città dell’inceneritore e che non sono colpiti da lutti familiari, una parola diversa, una parola di compassione, di solidarietà alla città di Acerra.
Mi sarei aspettato, soprattutto da quelli che vivono nella grande metropoli di Napoli, dalla quale provengono la maggior parte dei rifiuti che bruciano nell’inceneritore, una parola di tenerezza, che io, nel mio piccolo, ho tentato di formulare”. “Grazie, città di Acerra, perché porti da sola, in Campania, un peso così grande – le parole che il vescovo avrebbe voluto ascoltare o leggere – Grazie, amara terra mia, perché stai vivendo la tua passione come quella del Crocifisso che porti in processione il venerdì santo. Grazie, città crocifissa, città-sacrificata sull’altare della ragion di Stato (o di Regione). Perdonaci, se continuiamo a dirti: “arràngiati, così deve andare”. Perdonaci se non sappiamo trovar altre soluzioni per la questione dei rifiuti. Perdonaci, Acerra: te lo chiediamo per i tuoi figli, giovani e adulti che sono morti a causa dell’inquinamento. Non rassegnarti, città santa, non perdere la speranza. Verranno giorni un cui non si concentrerà più in te tutto il sistema dei rifiuti della Campania. Verranno giorni in cui il più giovane dei tuoi figli morirà a 100 anni. Verranno giorni in cui l’aria sarà respirabile, non ci saranno più camion diretti all’inceneritore. Cara, povera Acerra, ti amiamo”.