Addio Sanità? Ne parliamo con l’avvocato Augusto Maresca
28 Settembre 2023La crisi del servizio sanitario in Italia è un problema serio, è necessario tenere accesi i riflettori su questa problematica sociale, ne è consapevole l’Avvocato Augusto Maresca.
- Stiamo perdendo il diritto costituzionale alla salute?
Quando si pronuncia la parola: “sanità”, a noi meridionali può venire in mente quella zona pittoresca di Napoli che è il “rione Sanità” , sul quale Eduardo De Filippo ha inventato il suo Sindaco… L’accezione, però, attiene a ben altro se riferita a quel settore della nostra vita di relazione, sociale che, specie nel Sud, e direi, soprattutto nel Sud, è la cenerentola alla attenzione della politica di Governo. Il nostro apparato sanitario fa acqua da tutte le parti. Ogni Governo, succeduto nel tempo, ha causato danni per le riforme, per i tagli, rendendone sempre più difficile la gestione. Potremmo azzardare che nel Meridione siamo rimasti al Medioevo; in versione pessimistica potremmo dire che è cambiato poco, quando la gente, in mancanza di reti fognarie, scaricava dalle finestre o dai balconi i propri escrementi direttamente sulla pubblica strada, per la felicità dei topi di fogna. Senza contare che, in quei tempi, mancavano le più elementari norme di igiene. Fortunatamente oggi questo non avviene, ma non siamo molto lontani da quelle realtà. Oggigiorno la gente si rivolge all’Asl, un carrozzone soffocato dalla burocrazia, ferruginoso, obsoleto. Bisogna aspettare mesi per un accertamento, per una visita specialistica, anche per un intervento di “routine”, a meno che, sborsando denaro, ci si rivolge ai privati, per accelerare i tempi.
- La privatizzazione dei sistemi sanitari pubblici è galoppante anche in Italia?
Nel quadro generale, insomma, stiamo per entrare, o lo siamo già, nell’ottica americana e cioè la salute è privilegio dei ricchi. Questo Governo sta dimostrando, con il suo “modus operandi”, di fare la guerra ai poveri. Abolizione del reddito di cittadinanza, ostacoli e reticenze sulla formalità di un salario minimo, e via discorrendo. Questo capitolo negativo della sanità suggella, in modo inequivocabile, l’insanabile divario fra Nord e Sud, l’incolmabile disunità del Paese che nemmeno una guerra di secessione potrebbe risolvere. Infine, se verrà attuata la riforma, voluta dai leghisti, e cioè l’autonomia regionale, ebbene sarà l’ultimo calcio nel sedere inferto al Meridione, il de profundis sull’assistenza sanitaria.