Adesso si spara in ospedale
17 Maggio 2019A violenza segue violenza. A tracotanza segue tracotanza. Oramai sembra si siano rotti tutti gli argini della civile convivenza. E lo Stato resta a guardare.
Napoli come un quartiere malfamato della Colombia. Non si è ancora spento l’eco della tragedia, criminal-delinquenziale, che ha ridotto in fin di vita un’innocente di appena quattro anni che rieccoli, più tracotanti che mai, pronti a rilanciare il guanto di sfida alla legalità. E persino all’indecenza, perché per quanto attiene alla decenza quella, purtroppo, è stata superata da un pezzo. In quella che, a giusta ragione, è considerata una delle città più belle del mondo, fra un reato raccapricciante e l’altro, si consumano le stagioni delle “stese” un modo come un altro per dire: qui comando io. E come smentirli, lì comandano loro: hic sunt “leones”.
E così ad orrore si aggiunge orrore, in una spirale della quale non si intravvede la fine. L’ennesimo episodio di violenza inaudita in nottata, quando all’ospedale Pellegrini giunge un giovane di 22 anni ferito agli arti inferiori. Sempre in nottata un centauro, con il volto coperto da un casco, entra nel cortile del nosocomio e spara dei colpi, probabilmente, indirizzati al giovane ferito ma senza colpirlo. Un modo come un altro per ribadire: quello che ti è successo è ancora poco.In mattinata la nota dell’Asl Na1 Centro – siglata dalla direzione sanitaria, retta da Maria Corvino – che dirama un bollettino sulle condizioni cliniche del 22enne: “ferite da arma da fuoco con fratture plurime agli arti inferiori; è sveglio, respiro spontaneo, stabile emodinamicamente, non vi sono deficit vascolari”.In altre parole il giovane non sembra correre rischio di vita.
A rendere particolarmente odioso l’atto criminale è, ovviamente, il luogo e gli ospiti del luogo che possono trovarsi in gravi condizioni di salute. Ma questo, evidentemente, conta meno che zero per chi “deve dare una lezione ed insegnare il rispetto”. A prezzo di sangue? A prezzo di sangue. Coinvolgendo innocenti? Coinvolgendo innocenti. Sparando all’interno di un luogo di cura? Si, anche sparando all’interno di un luogo di cura.
E adesso largo alle consuete spiegazioni sociologiche. Riflettori puntati su introspezioni psicologiche. Via al valzer delle minacce dei responsabili del Governo che faranno inevitabilmente appello alla durezza ed all’inflessibilità della risposta. Tornano in mente le celebri grida manzoniane, rivelatrici di uno Stato debole ed incapace di garantire l’ordine pubblico: 1600, 2019, nulla è cambiato.