Aggresione personale ospedale Giugliano, dura nota Cisl Fp
24 Luglio 2023Lorenzo Medici e Luigi D’Emilio: “Basta con lo scaricabarile”.
La Cisl Funzione Campania della Campania e di Napoli, con i rispettivi segretari generali Lorenzo Medici e Luigi D’Emilio, interviene sull’ennesimo atto di aggressione al personale medico ed infermieristico dell’ospedale di Giugliano ed accusa i livelli istituzionali aziendali e regionali. “Basta con lo scaricabarile!”, tuonano i due leader, sottolineando che “non è stato fatto niente sul piano della prevenzione per fermare episodi di violenza che mettono ogni giorno a rischio gli addetti al settore”.
Medici si rivolge direttamente al presidente della Giunta De Luca per sottolineare che “probabilmente ha perso i numeri di telefono di prefetto e questore, visto che parla con loro attraverso la stampa e scrivendo una lettera solo dopo alcuni giorni per chiedere l’istituzione di un presidio permanente delle forze dell’ordine. Sembra quasi l’ennesima foglia di fico a cui ci ha abituati in questi anni per conquistare il consenso, visto che così chiarisce che lui non ha la competenza per intervenire. Ma non è vero”.
E il numero uno dell’area metropolitana D’Emilio spiega il perché. “C’è una legge dello Stato, la numero 113 del 2020 che all’art. 7 attribuisce alle strutture sanitarie la possibilità, nei propri piani per la sicurezza, di prevedere misure volte a stipulate specifici protocolli operativi con le forze di polizia per garantirne il tempestivo intervento. Chi lo ha fatto? C’è altresì una raccomandazione ministeriale, la n. 8 del 2007, che stabilisce le misure preventive di tipo strutturale ed organizzative da adottare presso i servizi di emergenza-urgenza e i luoghi di attesa. Quando è successo?”
“In assenza di provvedimenti che avrebbero potuto essere adottati come deterrente efficace – ricorda la Cisl FP – il rischio di un’accentuazione del fenomeno è purtroppo elevato, come dimostrano i sempre più continui e reiterati episodi che si registrano ad un ritmo impressionante”.
“Anche perché – conclude Medici – la Regione, cui compete il potere di controllo sull’attività delle aziende sanitarie, anziché esercitarlo, si limita attraverso il suo presidente ed assessore al ramo a fare annunci chiamando in causa altri e nascondendo le proprie rilevanti responsabilità. Un gioco al massacro per il quale è arrivato il momento di mettere la parola fine”.