Aggressione al San Giovanni Bosco
23 Agosto 2019Silvestro Scotti: «Solidarietà alla collega, vittima dell’inerzia della politica nazionale. Il prossimo Governo chiuda la questione o si prepari ad affrontare l’onda d’urto dei camici bianchi».
Gli ultimi episodi di violenza su medici in servizio nelle aree delle emergenze ha scatenato un coro di proteste non solo dal mondo sanitario, sindacati e politici impegnati nel settore, ma anche in quello ordinistico. «Come medico e come presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli e Segretario Nazionale di Fimmg, esprimo massima solidarietà alla collega brutalmente aggredita la scorsa notte al San Giovanni Bosco. Solo l’ultimo dei medici che, a questo punto, è vittima dell’inerzia della politica nazionale sul tema delle aggressioni ai camici bianchi complicata oggi dalla caduta del governo quando ormai sembrava prossima una soluzione legislativa».
Queste le parole con le quali Silvestro Scotti ha voluto mandare un messaggio di solidarietà alla dottoressa in servizio all’ASL Napoli 1 vittima di una brutale aggressione. Scotti, che da anni si spende sul tema della salvaguardia della sicurezza dei medici, non si limita però ad un messaggio di sostegno nei confronti della collega, richiama alla propria responsabilità una politica nazionale di governo e di opposizione colpevole di «aver affrontato in maniera estremamente rilassata la questione e nel non aver considerato il tema come degno di un provvedimento di urgenza».
La scelta è stata quella di trascinare per 14 mesi, sino alla caduta del Governo, la discussione sul disegno di legge che avrebbe finalmente inasprito le pene per coloro che aggrediscono dei camici bianchi. «Compito della politica – ricorda Scotti – è quello di rispondere alle istanze che arrivano dalla società civile e, in questo caso dal mondo dei professionisti della salute, individuare delle soluzioni concrete e farlo tempestivamente se il tema mette in discussione l’assistenza stessa dei cittadini. Mi fanno inorridire le discussioni di questi giorni sulle soluzioni estemporanee sulla carenza di medici in pronto soccorso, che sembrano ricercare “carne da macello” piuttosto che comprendere che prima di tutto bisogna assicurare sicurezza a quei medici. Siamo però oltre il punto di non ritorno, il prossimo governo, ma in sintesi il cosiddetto “parlamento sovrano” come qualcuno sta sostenendo in questi giorni (a noi non interessa quali siano i colori in campo), dovrà mettere in calendario la questione e affrontarla immediatamente. Su questo tema, ne sono certo, la Federazione Nazionale degli Ordini non avrà tentennamenti.
Quindi chi ha la responsabilità di rappresentarci, ricordando che siamo medici ma anche cittadini di questo Paese, si prepari a passare dalle parole ai fatti o, in alternativa, si prepari ad affrontare l’onda d’urto dei camici bianchi con elezioni o senza». Insomma, la questione va affrontata ora perché non è più rinviabile.