Aias nuovamente nella bufera
16 Febbraio 2019Dopo circa un mese di amministrazione ordinaria, la gestione dell’Aias di Avellino è di nuovo in regime commissariale. Sempre più a rischio i posti di lavoro.
Continuano i colpi di scena sulla vicenda dell’Associazione italiana assistenza spastici irpina. Brusche frenate, timide ripartenze e, come sempre, la sofferenza degli assistiti e dei loro familiari ed un futuro che si tinge, sempre più, di grigio per i lavoratori impiegati che, a dispetto di ogni logica stipendiale, continuano ad assicurare il servizio. Nei giorni scorsi il tavolo in Prefettura “per cercare di avere qualche certezza sul futuro delle terapie ai pazienti e sul futuro di quei lavoratori” che, ormai eroi, proseguono in quella che oramai è diventata una missione.
All’incontro prefettizio sono intervenuti Licia Morsa Segretario Generale della Funzione Pubblica di Avellino, Marco D’Acunto Segretario Regionale Funzione Pubblica Campania – Responsabile Sanità Privata e Rosalba Vece Rappresentante Sindacale Aziendale. Assenti ingiustificati gli attuali amministratori dell’Associazione. Altrettanto ingiustificata l’assenza dell’Azienda sanitaria locale irpina.
Nelle ultime ore giunge notizia di – si legge nella nota della Cgil- Fp – una proroga del commissariamento, ma, nessuna notizia circa il pagamento dello stipendio corrente e delle mensilità arretrate risalenti ormai ai primi mesi del 2018. I lavoratori di Nusco e Calitri sono allo stremo delle forze.
E così, ad un anno esatto dalla chiusura dell’Aias di Avellino, la Cgil si vede costretta a proclamare “lo sciopero dei lavoratori in servizio presso le sedi di Nusco e Calitri”, perché, “è quasi surreale chiedere loro di continuare ad erogare “servizi pubblici”, a titolo gratuito”. La Funzione pubblica Cgil di Avellino chiede pertanto “di conoscere come l’Aias Onlus intende tornare alla normalità, ripristinando i più elementari rapporti di reciproca correttezza, che sono alla base di qualsivoglia rapporto di lavoro, tra datore di lavoro e lavoratore, senza perdere di vista le esigenze dei pazienti del territorio che di sicuro non hanno responsabilità. Dopo l’avvio dello stato di agitazione, non rimane che proclamare lo sciopero di quei lavoratori che da oltre un anno non percepiscono lo stipendio e che responsabilmente hanno continuato e continuano a “donare” la loro opera”.
Intanto, martedì 26 febbraio 2019 i lavoratori di Nusco e Calitri si fermeranno.