Aifa, in arrivo nuovo trattamento su pazienti con Mieloma Multiplo
30 Ottobre 2021L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) sta per rendere disponibile una nuova, importante opzione di trattamento per i pazienti con mieloma multiplo avanzato non responsivo alle terapie finora utilizzate. Si tratta di belantamab mafodotin, il primo trattamento anti-BCMA (antigene di maturazione delle cellule B)1 umanizzato di prima classe approvato nell’Unione Europea2 come monoterapia per il trattamento del mieloma multiplo in pazienti adulti che hanno ricevuto almeno quattro terapie precedenti e la cui malattia è refrattaria ad almeno un inibitore del proteasoma, un agente immunomodulatore e un anticorpo monoclonale anti-CD38 e che hanno dimostrato la progressione della malattia durante l’ultima terapia. In particolare, belantamab è un anticorpo IgG1 coniugato a monometil auristatina-F (agente antimitotico che inibisce la divisione cellulare bloccando la polimerizzazione della tubulina) in grado di entrare nella cellula tumorale svolgendo la propria azione tossica.3 Il meccanismo d’azione di belantamab mafodotin contro le cellule mielomatose è articolato: l’anticorpo, che ha come target il BCMA, da un lato mostra un’aumentata citotossicità cellulo-mediata anticorpo-dipendente, dall’altro trasporta un ‘carico’ di farmaci antineoplastici che, come detto, disgrega i microtubuli. Pertanto, quando questo farmaco anticorpo coniugato (ADC) incontra una cellula che espone in superficie il BCMA, vi si aggancia e rilascia rapidamente all’interno della plasmacellula tumorale gli agenti antineoplastici di cui è dotato. Esistono elementi che inducono a ritenere che belantamab mafodotin sia in grado anche di indurre una morte cellulare immunogenica anticorpo-dipendente.1
L’approvazione europea del farmaco, da cui deriva quella italiana per il meccanismo comunitario del mutuo riconoscimento, si basa sui risultati clinici dello studio registrativo DREAMM-2 (DRiving Excellence in Approaches to Multiple Myeloma). Questi dati, inclusi quelli di follow-up a 13 mesi, hanno dimostrato che il trattamento con belantamab mafodotin in monoterapia, somministrato alla dose di 2,5 mg/kg ogni tre settimane (Q3W), ha consentito di ottenere un tasso di risposta globale del 32%.4 La durata mediana della risposta è stata di 11 mesi e la mediana della sopravvivenza di 13,7 mesi. Ciò ha determinato risposte profonde e durature in una popolazione di pazienti pesantemente pretrattati che aveva ricevuto una mediana di sette precedenti linee di trattamento ed era refrattaria sia a un farmaco immunomodulatore, sia a un inibitore del proteasoma sia a un anticorpo anti-CD38. Tra i principali benefici del trattamento co belantama vi è l’incremento quasi triplicato della sopravvivenza mediana nell’ambito dei pazienti di riferimento.4 Non sono state identificate nuove evidenze nella sicurezza con follow-up a più lungo termine. Gli eventi avversi di grado 3 o superiore riportati più comunemente (che si verificano in oltre il 10% dei pazienti) in pazienti trattati con la dose di 2,5 mg/kg sono stati cambiamenti epiteliali corneali di tipo cheratopatia (46%) risolti nel 77% dei casi senza danni alla vista, trombocitopenia (22%), anemia (21%), riduzione della conta dei linfociti (13%) e neutropenia (11%).4
Il paziente con mieloma multiplo recidivato/refrattario, quale prima indicazione di belantamab mafoditin, rappresenta solo il primo step di tutta una serie successiva di indicazioni in cui il farmaco è attualmente in studio.
Fonte: DoctorNews33