AISF, italiani poco attenti alle patologie del fegato
14 Marzo 2024Il fegato degli italiani torna sotto osservazione, anche a causa di nuovi stili di vita che provocano un aumento delle cause metaboliche di diverse patologie. A questi aspetti, oltre che alle novità della ricerca, sarà dedicato il 56° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, che si tiene a Roma presso il Centro Congressi Auditorium della Tecnica in Viale Umberto Tupini, 65, giovedì 14 e venerdì 15 marzo. A precedere l’iniziativa, vi sarà una giornata di corsi precongressuali, focalizzati sulla multidisciplinarietà nelle malattie del fegato, affrontando diversi argomenti, come la malattia renale, le complicanze respiratorie, gli effetti dell’alcol, la malattia epatica associata a disfunzione metabolica (MASLD, già NAFLD). L’intera comunità epatologica nazionale sarà coinvolta: sono previsti 500 partecipanti al premeeting, oltre 800 ai lavori congressuali.
“Quest’anno largo alle presentazioni di giovani specialisti – sottolinea la Prof.ssa Vincenza Calvaruso, Segretario AISF – I contributi saranno arricchiti da tre letture magistrali sui temi della trombosi portale, sulle malattie ereditarie metaboliche, sulle lesioni benigne del fegato. Sono in programma, poi, simposi e workshop dedicati a temi di attualità scientifica; tra questi l’approccio trapiantologico e la Commissione permanente AISF per il trapianto; le epatiti virali con le nuove terapie per HCV ed Epatite Delta, tenendo conto delle difficoltà a far emergere il sommerso; l’epatocarcinoma, alla luce anche delle nuove linee guida pubblicate nel 2023. L’attenzione sarà rivolta anche alle patologie rare del fegato, come la Malattia di Wilson e la Colestasi Intraepatica Familiare Progressiva, a dimostrazione dell’approccio a tutto tondo che si vuole proporre. Tra le novità di quest’anno, vi sono i laboratori dedicati all’ipertensione portale, la complicanza più classica della cirrosi epatica: epatologi under 30 lavoreranno insieme a specialisti di grande esperienza sulla gestione strumentale, sulla misurazione della pressione portale, sul posizionamento del TIPS, che è una procedura sempre più usata dagli epatologi per il trattamento dell’ipertensione portale. Abbiamo ricevuto oltre 200 contributi scientifici originali in forma di abstracts, 30 ricercatori potranno esporre i loro risultati attraverso le comunicazioni orali e 140 in forma di poster: numeri importanti per un congresso sempre più seguito dalla comunità scientifica”.
L’APPROCCIO MULTIDSCIPLINARE PER LA CURA DEL FEGATO – Il Congresso AISF sarà caratterizzato anche dalla partecipazione di specialisti afferenti a diverse discipline: l’approccio multidisciplinare alle patologie che colpiscono il fegato è infatti sempre più necessario.
“La steatosi epatica metabolica o non alcolica rappresenta una causa emergente di cirrosi, scompenso epatico, epatocarcinoma, trapianto di fegato, e risulta inoltre associata ad un’elevata prevalenza di comorbidità metaboliche come obesità, diabete, ipertensione, dislipidemia nonché ad un aumentato rischio di complicanze cardiovascolari– sottolinea il Prof. Salvatore Petta, Professore Associato di Gastroenterologia presso l’Università di Palermo – Queste patologie metaboliche e la steatosi epatica presentano un forte legame epidemiologico, clinico e fisiopatologico: i disordini metabolici partecipano alla genesi ed alla progressione della steatosi epatica, la quale a sua volta aumenta la probabilità di incorrere in queste patologie e nelle rispettive complicanze. Nel momento in cui l’epatologo si trova di fronte a questi pazienti, pertanto, deve necessariamente mettere al centro il paziente e non la malattia, collaborando con altri specialisti come nutrizionisti, endocrinologi, dietologi, chirurghi, con cui deve gestire in sincronia il paziente. Resta poi forte la collaborazione con gli infettivologi per far emergere il sommerso dell’Epatite C e dell’Epatite Delta, per le quali esistono trattamenti straordinari rispetto al passato, e con gli oncologi per affrontare i casi di epatocarcinoma”.