Aiuto, mi si è ristretto lo spazio!

Aiuto, mi si è ristretto lo spazio!

20 Ottobre 2018 0 Di Vincenzo De Rosa

L’ambiente che ci circonda e le relazioni sociali sono fattori determinanti per conquistare il giusto equilibrio psico-fisico.

Lo stile di vita attivo, per il raggiungimento del ben-essere, richiede alcune condizioni e parte da alcune premesse indispensabili al raggiungimento dell’obiettivo. Per intessere relazioni (passaggio ineludibile per ottenere il risultato) è necessario, infatti, di poter fruire spazi comuni di azione. Tali spazi, chiaramente, devono avere il requisito della cosiddetta buona qualità, perché la socialità ha bisogno di connotati impossibili da guadagnare attraverso aspetti economici o a mezzo della crescita economica. La relazione tra esseri umani, infatti, poggia soprattutto su forme di comunicazione, sia verbale sia non verbale, il cui punto medio è rappresentato dal messaggio, ma l’ambiente diventa essenziale per rimuovere eventuali ostacoli alla relazione. In altre parole, per favorirla e non per non complicarla. L’ambiente urbano è importante, infatti, per favorire l’insorgere o la continuità dell’incontro interumano. Le scelte da fare per il ben-essere collettivo e il miglioramento della qualità della vita, nel contesto urbano, sono necessariamente collegati, pertanto, alla presenza di zone verdi, di piazze, di aree pedonali e di centri sportivi.

L’ambiente cittadino, di conseguenza, deve permettere ai suoi abitanti di poter incontrare persone in luoghi e spazi pubblici, in prossimità della propria abitazione o, almeno, nel quartiere. Va da sé che il rione non può essere sprovvisto di spazi pubblici perché è in questi che, normalmente, avviene lo scambio relazionale per cui si forma, si sviluppa e consolida il “consorzio umano”.

L’impegno sociale delle singole collettività urbane deve essere quello di realizzare un senso d’identità cittadino, di appartenenza civica e di valori condivisi per promuovere la costruzione e l’organizzazione di luoghi e di spazi pubblici di qualità. Perché solo questi saranno in grado di favorire la ri-umanizzazione relazionale del cittadino.

Storicamente, tutte le città venivano costruite ed organizzate secondo uno schema classico per cui le abitazioni ed i palazzi venivano collocati intorno a una piazza; la funzione di questa era quella di favorire la concentrazione e l’incontro tra persone, di consentire di poter procedere agli acquisti in presenza di mercato o di negozi. Le città, nel tempo, si sono sviluppate in quartieri e, ognuno di essi ha cercato di rispettare lo schema primigenio, mantenendo nel proprio centro una piazza.

Purtroppo, in vaste aree del Paese, segnatamente al Sud, l’abusivismo edilizio ha asfaltato, è proprio il caso di dire, i modelli classici di costruzione. Le conseguenza sono sotto gli occhi di tutti, con le città meridionali che, tranne poche eccezioni, da anni continuano ad occupare stabilmente le ultime posizione delle classifiche sul fronte della vivibilità.

Nelle comunità “più fortunate”, a più quartieri hanno fatto da contraltare più piazze, più spazi vitali. In queste aree, almeno inizialmente, il rapporto tra numero di abitanti in un quartiere, luoghi e spazi pubblici adatti allo sviluppo delle relazioni umane, si è mantenuto costante ma, anche qui, man mano che la società è diventava complessa ed il mercato globalizzato, tale rapporto ha ceduto il passo all’espansione della città e del benessere economico. A danno, chiaramente, della salute e del ben-essere di ognuno. In sostanza ha vinto la logica di mercato: meglio aumentare la produzione piuttosto che le relazioni umane in luoghi adeguati e qualificati.

Eppure, per rispondere ai bisogni di ognuno di relazionarsi con l’alterità e con un ambiente positivo e naturale sarebbe necessario pretendere che in ogni quartiere cittadino vi fossero un parco ove camminare, un impianto sportivo e un luogo, sia outdoor sia indoor, in cui ritrovarsi.

Oltretutto, uno spazio pubblico pedonale di qualità, con parcheggi gratuiti è utile anche per equilibrare, sia pur parzialmente, le disuguaglianze reddituali e generazionali. Una strada riservata ai pedoni o un parco nel verde forniscono maggiore ben-essere al soggetto rispetto ad attività svolte individualmente. Ogni essere umano ha desiderio di camminare, di stare con gli altri, di confrontarsi e di dialogare con la propria prossimità nella speranza di poter essere felice. Di vincere l’angoscia sottile che entra insieme ed in virtù di un isolamento nato dalla modernità e dal progresso che sta spingendo le società alle barbarie più atroci ed alla cupa solitudine esistenziale.