Al Cardarelli ematologia d’eccellenza
18 Dicembre 2019Felicetto Ferrara: “L’oncoematologia del Cardarelli viene considerata tra le migliori d’Italia. Tanti nostri studi sono stati pubblicati su prestigiose riviste scientifiche come Lancet e New England Journal”.
Il trasferimento dal vecchio edificio al rinnovato padiglione “Palermo” ha avuto un’immediata ripercussione sui pazienti che il professore Felicetto Ferrara e il suo team di specialisti in oncoematologia assistono ogni giorno. “Lavoro nel Cardarelli da quarant’anni”, spiega il direttore della divisione che cura un numero di malati, (moltissimi giovani e tanti anziani) superiore a quelli seguiti a poche centinaia di metri di distanza dal Pascale, istituto a carattere scientifico impegnato sull’oncologia. “Ci occupiamo soprattutto di leucemie acute, linfomi e mielomi, le tre patologie tumorali più frequenti – ricorda Felicetto Ferrara – facendo ogni giorno autentici salti mortali per dare una risposta pronta a chi ha fiducia nell’assistenza che garantisce il grande Cardarelli”.
Sorride dietro i baffetti grigi e ammette divertito le sue grandi passioni: il calcio – o meglio il Calcio Napoli – ed il cinema. “Mi aiutano a distrarmi, a rilassarmi, a dimenticare per un po’ la stanchezza e le preoccupazioni che mi coinvolgono. Sì, qui da noi il lavoro è tanto perché l’oncoematologia – nota il direttore Ferrara – rappresenta una sorta di secondo pronto soccorso. Un mio ematologo tutti i giorni è presente nel Dea, il dipartimento di emergenza del Cardarelli perché fra le centinaia di persone che ogni giorno raggiungono il nostro ospedale c’è sempre qualche persona che deve essere assistita dall’oncoematologia”.
Non è una divisione come le altre, ma un grande hotel. Pieno di luce ed aria, con camere ampie e panoramiche destinate a pazienti costretti spesso a lunghe degenze. Nel piano destinato alla chemioterapia sale ritrovo per pazienti ed accompagnatori e tutte le mattine c’è folla come in un supermarket. Come mai, professore Ferrara? “Il pienone in oncoematologia non è mai mancato. Anzi è in costante aumento. Tutta la divisione partecipa alla sperimentazione clinica, i risultati ottenuti sono sempre stati al punto da far considerare questo reparto del Cardarelli – ammette con un pizzico di sano orgoglio il professore Ferrara – uno dei centri migliori d’Italia”.
Il team per rimanere vicini alla passione calcistica del primario è composto da 11 medici, 28 infermieri ai quali si sono aggiunti da poco diversi nuovi ausiliari. I posti letto sono 25 e siccome sono sempre tutti occupati l’oncoematologia ripiega su quelli che vengono definiti “letti tecnici”. Barelle un po’ più larghe di quelle tradizionali, dotate lateralmente di sbarre di sicurezza per evitare cadute accidentali. Sistemazione accettata con una scrollata di spalle da chi non sta bene perché la sistemazione non è delle più comode. Quello che un direttore generale presentò come “letto tecnico”, terminologia rimasta nel Cardarelli, ha il problema di un materassino slim – slim, ossia tanto sottile da non consentire di rilassarsi e riposarsi come sarebbe giusto.
I malati più gravi arrivano dal pronto soccorso e si aggiungono a quella folla di circa 150 persone al giorno che aspettano pazientemente il proprio turno per la chemioterapia e le trasfusioni che vengono eseguite in due laboratori. “Abbiamo venti postazioni per la chemio, presto dovremo avere un centro più grande e meglio attrezzato – ricorda il professore Felicetto Ferrara – per eseguire le chemioterapia e le trasfusioni, con una sala tivù dotata di wifi che permetterà agli appassionati di calcio di seguire le partite anche in ospedale. La maggior parte dei nostri assistiti non ha bisogno di ricovero, vive a casa fra i propri cari e torna in reparto solo per la terapia che rispetta una sua tempistica. Qui i ricoveri durano a lungo e proprio per questo cerchiamo – ammette il direttore – di essere accomodanti con i familiari dei pazienti evitando, quando è possibile, una rigidità che renderebbe poco sopportabili i giorni e le settimane da trascorrere in ospedale”.
Reparto da prima linea, ma anche e soprattutto centro di alta specializzazione sulle malattie tumorali del sangue. “Siamo contornati da malati, ma la nostra ricerca scientifica non si è mai interrotta. Anzi. Proprio per questo l’oncoematologia del Cardarelli – ricorda il direttore della divisione – viene considerata tra le migliori d’Italia, anche perché tanti nostri studi sono stati pubblicati su prestigiose riviste scientifiche come Lancet e il New England Journal”.