Al Cardarelli un riferimento certo per il trapianto di staminali
28 Gennaio 2020In costante crescita la Divisione guidata da Alessandra Picardi che, lavorando in sinergia con l’oncoematologia di Felicetto Ferrara, punta a ridurre la migrazione sanitaria.
Nel più grande ed efficiente ospedale del Sud Italia, l’azienda ospedaliera Cardarelli, mancava un’importante specialità: i trapianti di cellule staminali. Nel passaggio dalla direzione dell’ufficio tecnico alla direzione generale Ciro Verdoliva ha colmato la lacuna. Ma prima ancora si è dedicato alla realizzazione di un reparto realizzato “su misura” per questo tipo di interventi. L’inaugurazione è arrivata a giugno dell’anno scorso quando Verdoliva, invitato a trasferirsi all’Asl Napoli 1, ha ceduto il posto alla commissaria Anna Iervolino.
By by Roma. Alessandra Picardi senza rimpianti ha lasciato la Capitale per dirigere nel Cardarelli la divisione di trapianti di cellule staminali. E in un anno e mezzo ha realizzato il tris. “Sono tornata nella città in cui sono nata, da quando sono qui – spiega sorridendo la graziosa specialista – ho assistito a una rotazione di direttori generali: tre in un anno e mezzo. Spero che con il direttore generale Giuseppe Longo si interrompa questo valzer”. Due grandi nomi del mondo scientifico hanno avviato e seguito la dottoressa Picardi nel delicato e difficile mondo della trapiantologia, i professori Mandelli e Amadoni. Da un anno e mezzo è partito nel Cardarelli un piacevole gioco di squadra che sta dando importanti risultati. “Lavoriamo in costante contatto anche con la divisione di oncoematologia diretta dal collega Felicetto Ferrara per bloccare le migrazioni verso Genova e Roma, centri che fino a qualche mese fa erano punti di riferimento per i pazienti campani”, chiarisce la Picardi. I risultati sono incoraggianti: si registra un calo di migrazioni che interessavano il 60 per cento dei pazienti campani. Nel 2018 il 21 per cento dei pazienti cercava un donatore lontano da Napoli: malato e accompagnatori erano costretti a vivere per circa tre mesi lontani da casa.
Il reparto, nel padiglione Palermo, è modernissimo. Luminoso, pulito, efficiente, con un controllo costante e giustamente super limitato degli accessi. Misura indispensabile per garantire la massima sicurezza sanitaria ai cittadini sottoposti al delicato intervento. Alessandra Picardi ha organizzato quasi esclusivamente al femminile l’attività della divisione con giovani collaboratrici – medici e paramedici – che curano, seguono e assistono i ricoverati indossando con orgoglio il pile fucsia che identifica gli appartenenti alla divisione. “Abbiamo undici posti letto, cinque camere singole e tre doppie. Tutte le stanze sono a bassa carica microbica, le cinque singole sono video sorvegliate e ogni ricoverato viene monitorizzato a distanza anche con un elettrocardiografo. All’interno del reparto – spiega la direttrice Picardi – funzionano il day hospital e un ambulatorio. I pazienti sottoposti a trapianto autologo dopo l’intervento restano in reparto almeno quindici giorni e possono incontrare un visitatore almeno un’ora al giorno”.
Un reparto modello in un padiglione del Cardarelli che lavora con impegno e competenza scientifica quasi esclusivamente per pazienti con problemi oncologici. Da gennaio del 2019 la divisione per i trapianti di cellule staminali aveva ampiamente superato già a dicembre il tetto dei sessanta trapianti contandone 54 autologhi, sette allogenici ed uno aploidentico, ossia con trasferimento di cellule staminali da figlio a genitore. Ma la strada è ancora lunga e riserva importanti novità. Presto – molto probabilmente in primavera – lo staff della Picardi lavorerà con la terapia genica, un aiuto prezioso per pazienti talassemici seguiti costantemente dal centro di riferimento regionale del Cardarelli.