Alessandro Lamonica: “Non si nasce calciatori ma ci si diventa con l’impegno e il sacrificio”

Alessandro Lamonica: “Non si nasce calciatori ma ci si diventa con l’impegno e il sacrificio”

12 Luglio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Ho imparato tutto sulla vita con una palla ai miei piedi”. (Ronaldinho)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un calciatore di lungo corso: Alessandro Lamonica.

La fase pandemica più acuta sembra essere alle spalle. Come vive e ha vissuto la situazione? Come l’ha affrontata? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle misure restrittive?

Per quanto riguarda la situazione passata, la gestione è stata particolarmente difficoltosa ma al tempo stesso ho cercato e tutt’ora cerco di mantenermi in attività con le dovute accortezze e non lasciandomi sopraffare dagli eventi. Ritengo che lo sport, a qualsiasi livello, possa essere assolutamente d’aiuto e non colpevolizzato come purtroppo in alcune circostanze è stato detto.

Insieme alle restrizioni, i tentennamenti della politica hanno causato molti disagi al mondo dello sport, specie quello minore. Cosa è successo alla sua socialità?

Sicuramente la politica ha creato molta confusione, capisco benissimo che era un mondo tutto nuovo ma spesso si è esagerato. Purtroppo chi ci ha rimesso di più è stato lo sport così detto minore, sport che si fonda proprio sull’interazione tra le persone. La mia specialità, il calcio, ma tutto lo sport in generale, ha subito e creato delle personalità molto spaventate che purtroppo avranno delle ripercussioni per molto tempo.

Chi è stato tra gli amici o in famiglia a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua folgorazione, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Non c’è stato nessuno in particolare che mi abbia spinto ad una attività agonistica , la mia generazione era ancora quella del calcio giocato in strada, è stata la naturale conseguenza di questo modo di interpretare il calcio. Sicuramente ha influito la passione e il sogno di poter diventare come i campioni che ammiravamo da bambini.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Io non ero una persona con doti estremamente superiori ai miei coetanei ma la voglia di arrivare e soprattutto la serietà nell’affrontare il percorso di formazione ha fatto sì che sia riuscito a raggiungere il traguardo che in principio era solo un sogno.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla specialità, cosa suggerirebbe?

Sicuramente suggerirei di prendere l’attività con la dovuta serietà e pensare a divertirsi. Non si nasce calciatori ma ci si diventa con l’impegno e il sacrificio.