Alessandro Schirinzi, pigrizia ed inattività generano depressione
13 Aprile 2021Lo slittamento della riapertura di palestre e centri wellness mette a rischio un settore che a livello nazionale coinvolge 120mila operatori in oltre 16mila strutture da nord a sud della Penisola.
Il comparto del Wellness, fra aziende, associazioni e cooperative sportive, vale circa 10 miliardi all’anno di fatturato e nell’ultimo anno da quando è scoppiata l’emergenza Covid – evidenzia l’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) – ha potuto lavorare solo 6 mesi con perdite economiche rilevanti, appassionati in attesa di poter riprendere l’attività, istruttori a casa e macchinari e spazi inutilizzati. Le conseguenze del blocco rischiano di farsi sentire a lungo anche in caso di riapertura immediata considerato che – sottolinea Uecoop – ci sono da smaltire gli abbonamenti sospesi e non usufruiti.
Fra i 20 milioni gli italiani che praticano una qualche forma di sport: uno su quattro (25,2%) si dedica a ginnastica, fitness, body building o aerobica – spiega Uecoop – il 23% gioca a calcio e più del 21% è appassionato di sport acquatici, secondo Istat. Con il blocco anti contagio questa popolazione di atleti più o meno allenati si è rassegnata al divano o ha dovuto trovare soluzioni alternative come – sottolinea Uecoop – creare mini palestre private in cantina o in salotto e facendo balzare verso l’alto i prezzi delle attrezzature.
La scelta di tenere chiusi palestre, piscine e centri sportivi penalizza non solo gli operatori del settore, ma anche i numerosi fruitori: ragazzi, giovani, adulti sedentari con patologie croniche.
Una riapertura con ingressi contingentati e con una patente vaccinale ci sembrerebbe la soluzione più opportuna.
Confidiamo che il nuovo responsabile dello Sport in seno al Governo, Valentina Vezzali, sportiva agonista di chiara fama, faccia comprendere ad esperti e politici che queste chiusure indiscriminate non rappresentano assolutamente una scelta per preservare la salute psicofisica.
Ne parliamo con un valido sportivo, Alessandro Schirinzi. Ingegnere civile, personal trainer, nonché diplomato in nutrizione.
Come ha gestito e gestisce Alessandro Schirinzi la paura della pandemia ed il notevole disagio legato alle inevitabili indispensabili misure restrittive?
La pandemia e la paura che ha portato con sé hanno sicuramente stravolto la società in generale, senza distinzione. Nell’arco di qualche mese quello che pensavamo fosse la quotidianità è scomparso, lasciando al suo posto una profonda crisi, l’ennesima, che probabilmente sentiremo ancora per lungo tempo. Ma in fondo la paura cos’è? La paura è un sentimento e, come tutti i sentimenti, fa parte di ciò che siamo, essere umani. Io personalmente ho perso il mio lavoro e come me anche mio padre. Come se non bastasse mia madre ha una malattia rara che non le permette di lavorare, quindi, tutto girava e gira intorno a me e mio papà. Il sentimento della paura, credetemi, ha preso il controllo della mia mente per i primi mesi. Onestamente non sapevo come fare per non far crollare tutto. Non sapevo con chi dovessi prendermela, con la pandemia? No. Con mio padre o mia madre? No, loro cosa c’entravano? Forse con il Governo? E con quale risultato? Se si aspetta la politica si rischia di aspettare in eterno, e forse non basterebbe nemmeno. Giunsi alla conclusione che in fondo la colpa era mia, la pigrizia nel lasciarsi cullare dalla paura aveva annebbiato la mia mente, tanto da farmi concentrare sulla ricerca di un colpevole piuttosto che calmarmi e concentrarmi sulla ricerca di una soluzione. Perché se c’è un problema allora esiste una soluzione, altrimenti il problema non esiste. Una volta consci di questo, godersi ogni momento diventa ancora più piacevole, perché il sentimento spesso inconscio della paura non può più dar fastidio. Così con calma, e con molta fretta allo stesso tempo, mi sono messo all’opera per ricercare una soluzione. Alla base di tutto vi è la volontà.
Quanti danni hanno arrecato al settore di cui è rappresentante la pandemia e la confusa gestione politica?
Parlare poco bene della politica ormai è diventata la normalità e questo a mio avviso è allarmante. Sicuramente anche in questo caso la pigrizia nel ricercare la verità, nel ricercare informazioni gioca un ruolo fondamentale nella vita di ognuno di noi e soprattutto nelle singole decisioni di ogni giorno. Dalla mia personale esperienza e da quella che mi viene raccontata da chi mi sta accanto, la gestione dell’emergenza è stata poco brillante. Parlo di proprietari di palestre, come di ristoratori o ancora di centri estetici o albergatori. Ovviamente è da comprendere che la situazione confusa abbia annebbiato il ragionamento di tutti, politica inclusa. Sicuramente uno Stato più vicino ai propri cittadini avrebbe aiutato a non sentirsi soli.
Non esiste una curva dove non si possa sorpassare. Ayrton Senna. Cosa rappresentano per Lei lo Sport e l’attività fisica?
Lo sport per me, e non solo, rappresenta la vita in generale. Nonostante le difficoltà, nonostante gli ostacoli che sembrano impossibili da superare, con il giusto impegno, con la giusta dedizione, con il giusto equilibrio tra corpo e anima si può raggiungere ogni obiettivo. È fondamentale non farsi trasportare dal momento, è fondamentale non lasciarsi abbattere, è fondamentale non lasciarsi travolgere dalla rabbia e vincere dalla pigrizia. La pigrizia a mio avviso rappresenta uno dei mali più dannosi per l’uomo e tutti ne siamo affetti, me compreso. La pigrizia ci porta ad evitare la fatica per ottenere quello che desideriamo, nello sport come nella vita. La pigrizia genera depressione e si finisce per dimenticare di quanta forza ognuno di noi è dotato. Per esperienza personale, una volta appreso questo, tutto assume un significato diverso. La volontà nel creare la forma migliore di se stessi può cambiare la vita di ogni singola persona. Abbiamo il dovere di convincerci che POSSIAMO FARLO.