Alessandro Treglia: “Imparare ad ascoltare è fondamentale per un atleta”
28 Novembre 2022Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Alessandro Treglia.
La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano tranquilli, come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?
Nonostante la situazione pandemica sia ormai passata o comunque si sia attenuata negli ultimi tempi ha lasciato dei segni indelebili nelle nostre vite, sotto l’aspetto sportivo all’inizio non sapevamo nemmeno come potesse colpirci.
La pandemia ha messo un punto a quello che era il campionato, gli allenamenti e tutta la routine a cui eravamo abituati, quella che era la nostra passione è diventata all’improvviso una preoccupazione in più, in quanto stando a contatto con tante persone rischiavamo di contagiare anche i nostri cari che erano costretti a stare in casa. Le restrizioni ci hanno portato a cambiare radicalmente l’approccio a quella che era la normalità, a partire dall’ambiente in cui
giocavamo, persino con gli oggetti che fanno parte del nostro mondo.
Ricordo che temevamo addirittura di passarci il pallone perché sarebbe potuto essere veicolo di contagio.
Fortunatamente l’ambiente societario in cui mi trovavo non ci ha lasciato mai soli nemmeno un attimo e quindi abbiamo attraversato questo momento tutti insieme come una vera squadra.
Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità?
Abbiamo subito uno stop forzato del campionato durante il primo periodo pandemico e una restrizione legata alle strutture che ci ospitavano, soggette a nuove norme di sicurezza che spesso tardavano ad arrivare, mentre con il passare del tempo c’è stato un ridimensionamento dei campionati riducendo il numero di squadre nei vari gironi.
Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?
Nel mio caso sono stati un campo in spiaggia e un gruppo di amici che aveva voglia di provare a cimentarsi in un nuovo sport, poi con il tempo è cresciuta la passione verso questa disciplina che tutt’ora è parte integrante della mia vita e mi provoca ogni volta emozioni uniche e indescrivibili.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà e la voglia di migliorarsi sono una componente importante per ogni atleta, la propensione ad imparare e ad ascoltare è fondamentale per ogni atleta, credo quindi che il duro lavoro che si applica in palestra sia uno degli aspetti più importanti per arrivare a conseguire qualche obiettivo in questo sport.
Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?
Se potessi dare un consiglio a chi ha intenzione di inserirsi in questo mondo sarebbe quello di divertirsi praticando lo sport che amano. Essere sereni è il primo aspetto che questa disciplina deve soddisfare.
La crescita sportiva, atletica e agonistica viene con il tempo ma senza una solida serenità durante il percorso è inutile investire il proprio tempo in quest’attività.
Suggerisco, inoltre, di circondarsi di persone capaci che sappiano dare supporto, in un ambiente che sia favorevole alla crescita personale e agonistica di ogni alteta.