Alessia Ritieni: “Astuzia e cuore due cose importantissime per eccellere nella vita e nello sport”
13 Giugno 2023La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Il periodo del lockdown è stato certamente l’esperienza più d’impatto della mia carriera sportiva. La paura del contagio era legata alla poca conoscenza del virus e dei suoi effetti a lungo termine, perciò cercavamo in tutti i modi di limitare i contatti con l’esterno. Alla paura di contrarre il virus è subentrato poi lo stress psicologico legato alla gestione degli allenamenti in casa. Mio padre mi aveva costruito una palestrina di fortuna in giardino, con pesi fatti di casse d’acqua e manici di scopa. Mi allenavo in videochiamata con la mia squadra, per fortuna il mio allenatore Gianluca Ferro e il suo collaboratore Luca Pisano avevano organizzato alla perfezione questo periodo pandemico e avevamo imparato quindi a gestirlo come un’occasione per concentrarci sulla preparazione fisica e la cura del gesto tecnico a corpo libero. Sono stati veramente impeccabili e non hanno lasciato nulla al caso, cosa che mi ha aiutato moltissimo a mantenere alta l’attenzione sui miei obiettivi sportivi.
Il pensiero però andava al mondo dello sport che per la prima volta si era completamente fermato.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Il judo è uno sport di contatto, perciò il processo di ripresa è stato lentissimo. Inizialmente era stato dato l’ok per gli atleti di alto livello di allenarsi all’aperto e a debita distanza. Gli allenatori di tutta Italia hanno dovuto giocare di astuzia e fantasia per poter organizzare al meglio gli allenamenti con queste nuove modalità. Per le competizioni invece la questione si faceva drammatica, ed è stato veramente difficile tenere compatto il gruppo senza l’obiettivo di una gara in vista e le palestre piano piano hanno iniziato a svuotarsi.
I più piccoli soprattutto hanno preferito passare a sport all’aperto e senza contatto per allontanare il rischio di contagio.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Mio fratello. Tornava dagli allenamenti di judo molto entusiasta e mi raccontava dei combattimenti. Io facevo danza, ma sono salita sul tatami per gioco ed è stato amore a prima vista.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà è tutto. Non sono mai stata un vero talento del judo, e non lo sono tutt’ora, ma il mio maestro mi ha insegnato che se una cosa la vuoi veramente, devi lottare con tutte le tue forze e andare a prenderla, metaforicamente parlando. Perciò mentre gli altri guardavano una tecnica e imparavano a farla da subito, io dovevo provarla e riprovarla tantissime volte per arrivare allo stesso livello. È un insegnamento prezioso che mi è servito molto nella vita di tutti i giorni.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
È uno sport meraviglioso. Mi hanno insegnato anche che ci vogliono due cose importantissime per eccellere nella vita e nello sport: “Astuzia e cuore”!!!