Alessio Barbato, il talento non ha valore senza mentalità e forza di volontà
24 Aprile 2022La fase pandemica nella sua fase più acuta sembra ormai essere alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha affrontato questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle severe misure restrittive?
Sicuramente abbiamo avuto a che fare con qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato e di conseguenza nessuno sapeva come affrontare. Ho patito la situazione in generale ma per quanto riguarda il calcio la cosa che mi è mancata di più è stata lo spogliatoio, condividere con i compagni di squadra e amici la quotidianità di un gruppo che lavora per un obbiettivo comune. In ogni caso ho ritenuto corretta la decisione di fermare i campionati per una questione di sicurezza.
Le restrizioni e il tentennamento del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto per quello cosi detto minore, cos’è successo in particolare nella sua specialità?
Nei nostri campionati credo ci sia stata una gestione un po’ superficiale all’inizio della pandemia, non si riusciva a capire quali sarebbe state le direttive della federazione e abbiamo iniziato due campionati senza portarli a termine. Mentre quest’anno sicuramente la situazione è stata gestita meglio e siamo riusciti a dare continuità all’attività sportiva in sicurezza.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Ho iniziato a giocare a calcio a 6 anni, per mia scelta e per amore di questo sport. Facevo la scuola calcio a Ovada e andando avanti ho dato seguito a questo percorso agonistico, per me il calcio è un divertimento e uno sfogo importante. I miei amici hanno influito soprattutto perché si parla di una passione comune che ti spinge a non fermarti.
Al di la delle doti personali e delle attitudini quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Le doti personali aiutano tantissimo ma non hanno valore se non vengono accompagnate dalla forza di volontà. La mentalità è fondamentale a qualsiasi livello. Nell’agonismo la testa e la voglia fanno la differenza e le qualità vengono esaltate soprattutto quando a volerlo siamo noi stessi.
Cosa suggerirebbe ai giovani che si avvicinano alla sua specialità?
Non mi sento di dare un consiglio vero e proprio ai giovani, facendo io stesso parte di questa categoria. Ho 22 anni, ho tanto da imparare, ho la fortuna di avere a che fare con persone più grandi di me e con molta più esperienza. L’unica cosa che posso dire è che il calcio può aiutare i ragazzi a crescere a livello umano se interpretato con il giusto spirito, divertendosi e relazionandosi con altre persone che coltivano la stessa passione.