
Alfonso Sorrentino, la scuola dei numeri 1
14 Aprile 2025Portiere nel suo percorso agonistico Alfonso Sorrentino ora, da allenatore, punta a guidare le giovani generazioni dei numeri uno.
Quella dei portieri è una preparazione specifica anche perché mentre l’errore degli altri componenti la squadra di calcio è a volte emendabile quello dell’ultimo difensore può risultare fatale.
La preparazione di un portiere non può soffermarsi solo sugli aspetti tecnici – tattici e fisici dell’atleta, è fondamentale lo sviluppo delle proprie capacità cognitive e mentali, soprattutto in giovane età, nelle fasi più sensibili, nelle quali la figura dell’allenatore, svolge un vero e proprio ruolo di “mental coach” nella gestione sia mentale, sia caratteriale del giovane portiere.
Il nostro ruolo – mi immedesimo sempre anche io, pur avendo smesso di giocare ma avendo provato in prima persona tutti questi stati d’animo – non sarà mai come quello degli altri, siamo degli eroi solitari nel bene ma soprattutto nel male, saper gestire l’errore e la sua successiva pressione è uno degli aspetti più difficili del ruolo di portiere, ed è fondamentale per un portiere saper affrontare determinate situazioni, soprattutto se si ambisce a vivere questo ruolo in contesti di rilievo.
A tal proposito lei ha messo a punto un progetto che mira alla preparazione dei portieri : numeri uno nello Sport, numeri uno nella vita…
Proprio dall’aspetto di cui abbiamo parlato in precedenza, nasce Il mio progetto di Academy portieri, con l’obiettivo di trasmettere l’identità della figura del Numero 1 a tutti coloro che decidono fin da bambini di svolgere questo delicato ma affascinante e spettacolare ruolo. Creare fin da subito una forte identità, un ideale di riferimento che vada a fortificare le proprie convinzioni, le proprie azioni nei confronti di questo ruolo, con alla base i veri valori dello sport ma anche della vita … come la passione, la determinazione e la voglia di migliorarsi. Numero 1 nello sport e nella vita, trasmettere questo senso di responsabilità ai bambini, genera in loro in maniera automatica un approccio diverso al percorso sportivo e di vita.
Da qui nasce la Numero 1 Academy, progetto che vede ad oggi coinvolti e accompagnare ogni giorno tantissimi bambini nel proprio percorso da portiere, sia sotto l’aspetto mentale e sia sotto l’aspetto tecnico e tattico specifico del ruolo, attraverso sedute specifiche individuali e di gruppo.
A questo percorso si sono unite diverse scuole calcio del territorio campano, che ci hanno affidato i loro Numero 1, oltre alla composizione di uno staff tecnico composto da ex portieri professionisti e allenatori qualificati Uefa. Un onore e un privilegio per me potersi confronto quotidianamente con tutti loro e poter portare avanti questa iniziativa.
Nel suo programma è contemplato anche un particolare regime dietetico?
Nei nostri percorsi curiamo l’aspetto tecnico ma allo stesso tempo curiamo anche quello atletico-fisico, cercando di dare i giusti accorgimenti e spronando i ragazzi anche nel seguire uno stile di vita sano e attivo, affiancando sempre un’alimentazione sana, il tutto alla base per un atleta.
Donnarumma a parte, a livello nazionale tra le nuove leve chi vede come giovane emergente nel ruolo?
Da sempre la nostra scuola italiana dei portieri ha formato i migliori portieri al mondo, nonostante oggi il ruolo sia cambiato, e anche noi allenatori italiani dobbiamo adattarci e attenerci ad alcune prerogative richieste dal gioco moderno.
Possiamo vantarci tutt’ora di avere a difesa della nostra Nazionale e di uno dei club più prestigiosi d’Europa, un talento come Donnarumma, ad oggi e lo sarà ancora per tanti anni, tra i top al mondo e degno erede di un altro grande fenomeno come Buffon.
Tra le nuove leve abbiamo una vasta scelta di portieri tutti di sicuro affidamento, a dimostrazione del grande livello dei nostri portieri a livello nazionale ed europeo. Vicario, Carnesecchi, Caprile, Turati, Di Gregorio solo per citare alcuni dei giovani portieri ormai affermati.
I portieri hanno fama di essere un po’ “pazzerelli” ma, a ben vedere, chi gioca da portiere deve avere una grande stabilità mentale. Lei cosa ne pensa?
Io penso che alla base, per fare il portiere bisogna essere un po’ “pazzi”, ma nel modo giusto, avere l’incoscienza di svolgere un ruolo bello ma difficile, pieno di responsabilità ma soprattutto di rischi. Dove gli altri mettono i piedi, il portiere ci mette le mani, speso anche la faccia. Allo stesso tempo avere la giusta stabilità mentale è fondamentale nel poter gestire i vari momenti e avere la lucidità di affrontare le situazioni che si presentano in gara scegliendo la soluzione giusta nel minor tempo possibile.