Alla ricerca della risonanza perduta.
15 Ottobre 2018Due anni non sono bastati per dotare l’Ospedale San Paolo della nuova apparecchiatura diagnostica. Qualcosa si muove per il rinnovo del parco tecnologico ma, come ammette Vito Rago direttore del plesso di Fuorigrotta, ci vorranno ancora dei mesi.
Aspettando il 2024, anno in cui potrebbe (o… dovrebbe) essere pronto il nuovo ospedale San Paolo a Cavalleggeri, la struttura sanitaria di via Terracina si prepara finalmente a ospitare una risonanza magnetica. “Da tempo abbiamo scritto ai dirigenti dell’Asl Napoli 1 centro – spiega Angelo Ambrosino, presidente dell’associazione di volontariato Salute & Ambiente, presente da anni nell’ospedale di Fuorigrotta per sapere che fine ha fatto la risonanza magnetica ordinata oltre due anni fa per il San Paolo. Siamo ancora in attesa di risposte”.
Pazienti in tutti i reparti, folla nel salone d’ingresso in attesa di visite specialistiche in una struttura destinata secondo gli attuali dirigenti dell’Asl alla chiusura. Grandi reti blu proteggono dalla caduta di pietre dai balconi dell’ospedale dove da anni non vengono eseguiti lavori di ordinaria manutenzione. Sono stati solo messi in sicurezza balconi e parapetti che in alcuni casi sono stati puntellati con impalcature di ferro per evitare crolli improvvisi. L’interrogativo a questo punto diventa incalzante. Possibile che in una struttura da chiudere, in un ospedale moribondo, arrivi la risonanza magnetica?
Il dottore Vito Rago, direttore sanitario dell’ospedale di via Terracina conferma tutto. “Sì, deve arrivare una risonanza magnetica nel nostro ospedale. Oggi c’è una gara per la nomina di un esperto qualificato che dopo aver visionato i locali individuati per ospitare il nuovo macchinario ci consegnerà una relazione. In genere il tecnico qualificato – chiarisce Rago – viene individuato fra il nostro personale. Non so chi verrà scelto, ma la sua relazione dovrà essere poi inoltrata all’Inail per ottenere una sorta di nulla osta che ci consentirà di installare la risonanza magnetica”.
Abbiamo aspettato per anni e anni l’ospedale del Mare che solo il 15 settembre ha inaugurato il pronto soccorso. Se tanto ci dà tanto, la risonanza non completerà in pochi giorni il parco diagnostico del San Paolo. Ma almeno si interrompe uno stop che andava avanti da tempo. Si tratta infatti di un’apparecchiatura che l’Asl cittadina ha ordinato non due anni fa, come ricordava il presidente dell’associazione di volontari Salute & Ambiente, ma nel 2016. Da allora sono trascorsi circa mille giorni in cui migliaia di cittadini hanno chiesto aiuto ad altre aziende ospedaliere o a centri convenzionati “Ci sono due risonanze magnetiche, anche quelle di Tesla da 1,5, già in funzione nell’Ospedale del Mare”, ricorda il direttore sanitario del San Paolo. La diagnostica per immagini carente nell’Asl cittadina si prepara a recuperare terreno: c’è una risonanza nuova di zecca nel poliambulatorio del Corso Vittorio Emanuele e presto dovrebbe essere operativa; nell’ordinare l’apparecchiatura per il San Paolo è stata inserita una seconda risonanza magnetica che nei progetti dell’Asl sarebbe dovuta andare all’Ascalesi. Con un cambio di programma sarebbe invece dirottata nel Poliambulatorio di piazza Nazionale. Intanto l’ospedale San Giovanni Bosco, altro importante presidio di pronto soccorso, ha una nuova risonanza magnetica da inaugurare a breve. Novità importanti dal punto di vista sanitario e assistenziale che spingono chi lavora nel San Paolo e i cittadini che utilizzano quell’ospedale quasi a dimenticare i progetti dell’Asl intenzionata a costruire un nuovo San Paolo tra Fuorigrotta e Bagnoli, a ridosso della dismessa linea ferroviaria Napoli-Roma. Progetto di cui sembra che il Comune di Napoli non sia informato. “Nel nostro ospedale la risonanza magnetica sarà sistemata in locali che non daranno problemi per l’accesso dei ricoverati e dei pazienti che arriveranno in ambulanza – chiarisce Vito Rago. Il progetto esecutivo per riorganizzare i locali in cui andrà la risonanza magnetica è pronto da tempo. Ottenuta la relazione del tecnico qualificato si avvierà la gara per far partire i lavori che, ottimisticamente, potrebbero durare sei mesi con un costo di circa 400 mila euro.” Vale a dire: rivediamoci in primavera. Salvo… contrattempi.