“Allargare la libera professione a tutti gli ambiti di attività infermieristica”
16 Aprile 2021Nursing Up: “Si pensi adesso a costruire: lo si faccia ora, con coscienza, quando siamo ancora nel pieno di una pandemia che continua a essere la nostra spada di Damocle”.
“Lasciamo finalmente liberi gli infermieri pubblici, mettiamo una volta per tutte a disposizione della sanità territoriale, delle RSA, delle case di cura e cliniche private, e di ogni cittadino che ne avesse bisogno, la loro competenza, professionalità, e la loro enorme esperienza sul campo. Diamo una sterzata decisiva al percorso di rinnovamento del nostro sistema sanitario, profondamente debilitato da quella cronica carenza di personale che rappresenta ormai il nostro vero tallone d’Achille. Nursing Up rivolge un nuovo appello al Governo. Questa mattina ho scritto al Ministro Speranza, ho richiamato le richieste che la nostra delegazione mise proprio nelle sue mani ed in quelle del capo della sua Segreteria Tecnica, e gli ho chiesto di intervenire senza indugio in Parlamento, sede di conversione del DL 41, affinché l’alveo di disapplicazione delle norme che prevedono l’esclusività degli infermieri pubblici ivi adottato, si estenda a tutte le attività professionali infermieristiche. Come sindacato chiediamo, inoltre, di non limitare tale provvedimento al solo periodo emergenziale. Abbiamo proposto emendamenti a questo fine ed abbiamo anche attivato, da giorni ormai, una forte attività di pressing ai vari livelli della politica, per cercare di non perdere l’importante occasione della conversione in legge del DL 41 del quale parliamo.
Insomma, noi chiediamo un provvedimento più ampio di quello attuale, parliamo di una svolta decisiva per il destino delle attività sanitarie destinate all’intera collettività”. Così Antonio De Palma, presidente nazionale del Sindacato Nursing Up.
“Si pensi adesso a costruire: lo si faccia ora, con coscienza, quando siamo ancora nel pieno di una pandemia che continua a essere la nostra spada di Damocle. L’esigenza di assistenza infermieristica è ai massimi livelli: ce lo dicono il CENSIS, la FNOPI, i nostri report e proiezioni, ce lo dicono le RSA del Piemonte, della Lombardia e del Veneto, solo per citarne alcune, che versano sull’orlo del collasso proprio per mancanza di infermieri. Ce lo confermano le realtà ospedaliere dove i colleghi, dal primo giorno della battaglia contro il Covid, soffrono le pene dell’inferno senza quelle indispensabili assunzioni che invece avrebbero garantito turni più umani.
Il cittadino, d’altro canto, obiettivo principale di una sanità territoriale che ha bisogno di un grande rinnovamento, sarebbe ben lieto di poter contare su infermieri di fiducia senza doversi recare in ospedale. Parliamo di professionisti accreditati in qualità di pubblici dipendenti, gente che dimostrano ogni giorno, sul campo, la massima competenza ed affidabilità ma che purtroppo, in forza di norme obsolete ed anacronistiche non può operare al di fuori del SSN: unica eccezione, ma solo dopo il DL 41/2021, le attività vaccinali. I 270mila infermieri dipendenti ci sono già, non possiamo ignorarlo, sono un valore innegabile e su di loro possiamo contare”.