Allarme stress per medici ed infermieri, 1 su 2 pensa al licenziamento
10 Maggio 2023Medici e infermieri sull’orlo di una crisi di nervi, ancor più allo stremo dopo 3 anni di pandemia. Depressi, stressati e in perenne carenza di sonno per orari e carichi di lavoro sempre più pesanti, con l’aggravante della mancanza di riconoscimenti, la quasi impossibilità a instaurare un rapporto empatico con i pazienti e la burocrazia che rende tutto ancora più difficile. Questi i sintomi della Sindrome da burnout, uno stato di stress permanente che affligge il 52% dei medici e il 45% degli infermieri che lavorano nei reparti ospedalieri di medicina interna, dove si concentra un quinto di tutti i ricoveri in Italia. Uno su due pensa di licenziarsi. Intanto, lavorare sotto stress in corsia costa quasi 100 mila errori sanitari l’anno.
Si definisce in “burnout” è il 49,6% del campione, ma la percentuale sale al 52% quando si parla di medici, per ridiscendere al 45% nel caso degli infermieri. Per entrambe le categorie l’incidenza è più che doppia tra le donne, che fanno ancora i conti con la difficoltà di coniugare il tempo dedicato ala lavoro con quello assorbito dai figli e dalla famiglia. Dalla survey, però, emerge anche che la larga maggioranza di medici e infermieri è ancora gratificata dal proprio lavoro e dal rapporto con i pazienti. A influire sullo stato di stress cronico è anche l’età: sotto i trent’anni la percentuale di chi è in burnout cala al 30,5%. Il dato del burnout resta comunque preoccupante. E proiettando i numeri più che significativi delle medicine interne sull’intero universo dei professionisti del Ssn, ci sono oltre 56mila medici e 125.500 infermieri che lavorano in burnout. E che, per questo motivo, incappano in qualche inevitabile errore.