Ammalato di Covid ma la cura può attendere
21 Ottobre 2020L’uomo (F. G.) 55 anni, artigiano sorrentino nel campo dell’elettromeccanica, aveva avvertito sintomi riconducibili alla positività al Coronavirus a fine settembre.
Lotta da oltre quindici giorni con l’intricata rete della burocrazia sanitaria per avere un’assistenza medica dopo la comunicazione della positività al Coronavirus da parte dell’Istituto Zooprofilattico di portici a cui era stato inviato il tampone eseguito presso l’Usca della Penisola sorrentina.
L’uomo (F. G.) 55 anni, artigiano sorrentino nel campo dell’elettromeccanica, aveva avvertito sintomi riconducibili alla positività al Coronavirus a fine settembre per cui aveva scelto la quarantena volontaria. Poi agli inizi di ottobre volontariamente si reca alla Clinica San Michele di Piano di Sorrento per sottoporsi a tampone.
L’esito, positività al Covid-19, gli arriva a casa, dopo qualche giorno, con precisione il 10 ottobre, trasmessogli dall’Istituto Zooprofilattico di Portici. Da allora niente e nessuno che si occupi del suo caso. Nel frattempo, il fratello, la moglie ed una figlia, tutti positivi, vengono assistiti secondo protocollo.
Solo lui viene dimenticato da tutti e continua una quarantena senza fine. I familiari, negativi al tampone, richiedono come ultima ratio, l’aiuto del neo sindaco di Sorrento (certamente all’oscuro di tutto), che nella giornata di ieri ha formato un gruppo di 9 esperti componenti “l’Unità di Crisi Anticovid” nata per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.
Riusciranno i nostri eroi a venire a capo di questa complessa vicenda e ridare tranquillità al cittadino isolato dal resto del mondo ed abbandonato a se stesso?
Sono in tanti a sperarlo anche per ridare fiducia a chi malauguratamente viene contagiato da un virus che trova terreno fertile, come in questo caso, nell’incapacità gestionale dell’emergenza.