Amore e sesso al tempo del Coronavirus

Amore e sesso al tempo del Coronavirus

24 Maggio 2020 0 Di Carlo Alfaro*

Il lockdown, con l’isolamento forzato di quasi 2 miliardi di persone nel mondo, ha comportato un boom di sesso virtuale, con tanti rischi, come il “sexting”.

 

Una delle prime regole per difendersi dal contagio dal nuovo Coronavirus è il distanziamento fisico: questo però uccide automaticamente ogni contatto interpersonale, durante il lockdown ma anche nella delicata fase 2. Il mantra “almeno 1 metro di distanza” blocca tutto ciò che fa parte dell’intimità delle relazioni: tatto, profumo, calore, emozioni espresse attraverso la comunicazione non verbale fatta di fisicità, posture, gesti, atteggiamenti.

È peggio dell’Aids, per prevenire il quale esistono precauzioni specifiche da prendere nell’intimità (preservativo). In verità, per il Sars-CoV-2 la massima pericolosità si ha col bacio, mentre non ci sono prove certe della possibilità di trasmissione attraverso il liquido seminale o le secrezioni vaginali, benché una lettera di ricerca pubblicata su “Jama Network” segnali la presenza del virus nello sperma di un numero esiguo di pazienti in Cina. Ovviamente, il problema non si pone per le coppie conviventi o stabili, se il partner è in buona salute e non ha avuto contatti stretti con persone infette, ma per le nuove conoscenze.

Al di là di questo, la pandemia da Covid-19 in sé ha creato un “tempo sospeso”, di attesa del ritorno alla “normalità” che non si sa se e quando sarà possibile, e questo ha comunque un effetto deterrente verso la sessualità, che è indice di libertà e vitalità. Nelle coppie conviventi, la quarantena ha fatto emergere spesso difficoltà relazionali che hanno messo in secondo piano la dimensione sessuale. Preoccupazioni, tensione, ansia, difficoltà di riorganizzare la nuova quotidianità entro le mura domestiche, depressione, senso di perdita, sono ostacoli alla espressione della sessualità. I sessuologi segnalano in molte coppie un calo del desiderio sessuale o addirittura una “anoressia sessuale”, soprattutto se la fobia del virus porta a percepire il partner come un “pericolo” che può portare contagio. Uno studio italiano pubblicato sulla rivista “International Journal of Impotence Research” ha valutato l’impatto della quarantena sulla sessualità delle coppie italiane attraverso un questionario cui hanno risposto tramite i maggiori social (Instagram e Facebook) 2000 cittadini rappresentativi della popolazione italiana in tutte le fasce di età: è emerso un fortissimo calo di numero e soddisfazione dei rapporti rispetto al periodo pre-quarantena, in uno con la presenza di sintomi depressivi e ansiosi correlati all’insoddisfazione sessuale, particolarmente elevati nelle fasce di età sotto i 40 anni, soprattutto nella popolazione maschile.

Purtroppo le incertezze e preoccupazioni della fase 2 non cancelleranno facilmente tali disturbi. Questo calo di intimità è in linea col fatto che non ci sia stato l’atteso “baby boom” da lockdown in Italia: nonostante i due mesi e passa di reclusione in casa e il molto tempo ancora libero per il poco lavoro della fase post-emergenza, le coppie italiane non hanno manifestato una maggiore tendenza alla procreazione. Infatti, in base a una indagine dell’Università di Firenze su quasi 1500 individui intervistati online, i cui risultati sono apparsi sul “Journal of Psychosomatic Obstetrics and Gynecology”, quasi l’82% del campione ha manifestato parere contrario a mettere al mondo un figlio in questo periodo incerto. Inoltre, delle 269 persone che stavano pianificando una gravidanza prima dello scoppio dell’epidemia, più di un terzo ha dichiarato di aver abbandonato questo piano, adducendo come motivo soprattutto la paura di difficoltà economiche (58%) o di problemi in gravidanza connessi al Covid-19 (58%). Per quanto riguarda le coppie non conviventi, la quarantena ha potuto avere due effetti: o rinforzare il legame, mantenuto vivo e costante grazie alle nuove tecnologie, o rivelarne la fragilità secondo il classico detto “lontano dagli occhi lontano dal cuore”. I problemi maggiori sussistono comunque per i single, perché la sessualità occasionale è quella che viene assolutamente considerata a rischio per il contagio virale.

Gli esperti raccomandano di evitare uno stretto contatto, incluso il sesso, con chi non si conosca bene, scegliendo una sessualità di tipo monogamo, senza la ricerca di nuovi incontri e conoscenze, come capita sovente ai single. Per questo i single si riversano molto nel cyber-sex, con tutte le problematiche annesse alle relazioni solo virtuali. La rete è diventata in tempo di pandemia indispensabile: per mantenere i contatti con gli affetti e con il mondo, per lo smart working, per la scuola a distanza, e anche per il sesso per chi è solo. Il lockdown, con l’isolamento forzato di quasi 2 miliardi di persone nel mondo, ha comportato un boom di sesso virtuale, con tanti rischi, come il “sexting”, cioè lo scambio di messaggi e immagini a contenuto erotico, e il conseguente “revenge porn”, cioè la sua condivisione per vendetta dal partner se la coppia si spezza, o la “bulimia sessuale”, o la “cybersex addiction”, una vera e propria dipendenza con “craving”, desiderio ossessivo e ricerca compulsiva di gratificazione sessuale attraverso esperienze online, come accade con le sostanza di abuso.

*Specialista pediatra