Anche per il medico non specializzato esiste la titolarità di una posizione di garanzia
6 Maggio 2021La Cassazione ha esaminato il caso di un anestesista non ancora specializzato che non avendo saputo controllare l’inefficienza di un apparecchio anestesiologico, ha causato la morte di un paziente.
La suprema Corte di Cassazione con recentissima Sentenza del 2021 recante numero 10152 ha chiarito che i laureati in medicina, anche se non ancora specializzati, sono tenuti all’obbligo di osservare le leges artis e di garantire il paziente che hanno in cura. Probabilmente sia per la carenza di personale ma, forse anche per l’eccessiva leggerezza di alcuni direttori di reparto, accade ormai di frequente che medici non ancora specializzati vengano caricati di responsabilità che non sono in grado di sostenere, con tutte le relative conseguenze che ne possono derivare, anche gravi.
La Cassazione ha esaminato con questa Sentenza il caso di un anestesista non ancora specializzato che non avendo saputo controllare l’inefficienza di un apparecchio anestesiologico, ha causato la morte di un paziente nel corso di un intervento chirurgico, al quale aveva partecipato come unico anestesista. I Giudici hanno in primis rilevato la generale imprudenza e la colpa sia del medico, che aveva accettato di partecipare autonomamente a molteplici interventi chirurgici nonostante la sua inesperienza ed imperizia rispetto ad altri anestesisti specializzati e strutturali, sia del primario che aveva consentito l’inserimento dello stesso in turni di guardia diurni con partecipazione autonoma alle operazioni. Del resto, per poter far fronte con la dovuta professionalità ai problemi che possono insorgere nel corso di un’anestesia, servono anni e, più precisamente, sette anni. Infatti, è questa la durata della c.d. “gavetta” che in Sentenza è stata ritenuta necessaria affinché un medico anestesista possa maturare un’adeguata esperienza, la fredezza e la lucidità necessarie per poter gestire le emergenze nei tempi strettissimi che può avere a disposizione nel corso di un intervento chirurgico. Comunque, sostengono i Supremi Giudici, in ogni caso, non bisogno dimenticare che anche i semplici laureati in medicina e chirurgia che siano abilitati all’esercizio della professione medica, anche se non specializzati, sono titolari di una posizione di garanzia nei confronti del paziente e sono tenuti ad osservare, per l’appunto, le leges artis in materia.
Il medico che agisca come anestesista, quindi, è tenuto sempre a controllare preventivamente l’apparecchio di anestesia e le sue componenti ed a osservare in maniera continua e scrupolosa il paziente, monitorando le sue funzioni vitali. Nel caso di specie, invece, il medico aveva omesso del tutto di controllare lo strumento utilizzato ed aveva sottovalutato il pallore, la cianosi e la mancanza di polso centrale oltre che la midriasi del paziente durante l’operazione, derivanti dal malfunzionamento del predetto apparecchio. In tal modo aveva compromesso definitivamente ogni possibilità di recupero del paziente e, per tale ragione, è stato chiamato a rispondere penalmente del decesso.