Andrea Dell’Oso: “Lo sport insegna a stare al mondo”
3 Maggio 2023Giovanili nel Montesilvano C5 fino a 20 anni, poi in ordine cronologico: 1 anno Adriatica Pescara (A2), 1 anno Colleferro (B), 2 anni Civitanova Marche ( a2 /b), 1 anno Loreto Aprutino (b), 2 anni Civitella Casanova (c1/b), 2 anni Ortona (b), 1 anno Sambuceto (c1), 2 anni Ortona (A2), 1 anno minerva (c1), 1 anno Ortona (b).
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un professionista del futsal: Andrea Dell’Oso.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Quando è arrivato lo stop per l attività agonistica ero in A2 e di conseguenza abbiamo seguito tutte le direttive con lo stop immediato del campionato.
Anche nella vita privata ho cercato di seguire le istruzioni sperando di superare il periodo.
Per fortuna lavoravo in un settore non soggetto a restrizioni quindi potevo lavorare. Sono stato a casa con la mia compagna, quindi non mi posso lamentare. Ho contratto il virus per fortuna senza sintomi evidenti…mi reputo fortunato e dal canto mio posso solo augurare buon lavoro a dottori e ricercatori sperando trovino una soluzione definitiva.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Nel mondo del calcio a 5 non ci sono tutele quindi molti giocatori e società hanno dovuto far fronte ad un periodo difficile (Nulla a che vedere con le persone duramente colpite a livello salutare, ci mancherebbe).
In Italia purtroppo molti sport non sono curati come dovrebbero. Sia se parliamo di strutture…sia di tutela economica.
Molti miei compagni nel mondo del calcio a 5 hanno affrontato un duro periodo. Io sono diversi anni che metto il lavoro davanti allo sport per questi motivi…spesso sono penalizzato a livello sportivo ma purtroppo la tutela che mi dà un contratto lavorativo non me lo dà questo sport in Italia. È un vero peccato perché potremmo dire la nostra come movimento globale.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Allo sport mi hanno spinto sin da piccolo i miei genitori. Lo spirito agnostico mi accompagna da sempre. Sono un malato della competizione. Ho praticato il basket fino a 15 anni…poi per diversi motivi ho cambiato ed ho seguito mio fratello nel calcio a 5,che era lo sport praticato con gli amici nel campo vicino casa.
Al contrario di quello che si può pensare…il futsal è più vicino al basket che al calcio. Mi ritrovo per esempio nella difesa a zona/uomo e negli spostamenti offensivi.
Come idolo ho Hernan Garcias…ex giocatore della nazionale Argentina attuale allenatore del Boca juniors. Ho avuto la fortuna di vederlo da vicino ed essere suo compagno di squadra per qualche mese.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Per raggiungere gli obiettivi e competere in determinati campionati la forza di volontà e la motivazione credo siano alla base ( oltre a doti tecnico tattiche). Sono loro che ti spingono ad allenarti e dare il massimo durante la settimana per poi raccogliere i frutti in gara. Ripeto…sono un malato di competizione…quindi qualsiasi sport pratico deve avere un obiettivo…sennò vado a correre lungomare per sudare e passare il tempo.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Se posso dare dei consigli…quello che dico è: dedicate tempo e sacrifici perché ne vale la pena. Al di là della vittoria o sconfitta che sia. Se sai perdere lo sport insegna a stare al mondo. Quindi se dovete farlo tanto per fare…statevi a casa.