Andrea Dimauro: “Aiuto i miei alunni a costruire la forza di volontà, utile nello sport e nella vita”
31 Ottobre 2022“Nulla è impossibile. Quando dicevo che volevo essere il numero 1 del mondo, e avevo sette o otto anni, la maggior parte delle persone rideva di me perché pareva che io avessi solo l’un per cento delle possibilità di farlo. E invece l’ho fatto”. (Novak Djokovic)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro di tennis: Andrea Dimauro.
La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano tranquilli, come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?
La fase pandemica acuta per fortuna oramai è alle spalle, per mia fortuna sono riuscito a esser lucido e ad impostarmi una scaletta giornaliera di “impegni” tra i quali lettura, studio, formazione personale ecc.
Sono riuscito (anche se non è stato semplice) a sfruttare tutti questi giorni di “vacanza” forzata!
Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità?
Nello specifico per il tennis sono state applicate poche forme restrittive rispetto ad altri sport dove purtroppo si è deciso di interrompere l’attività. Essendo il tennis uno sport individuale, l’unica restrizione era quella di non giocare in un campo coperto a meno che non si era tesserati come “agonisti”. Possiamo dire addirittura sempre rimanendo nel tema “sport di racchette” come nel caso specifico del Padel (sport oramai diffuso) ci siano stati tanti nuovi giocatori amatoriali (con una crescita del movimento) che al posto di rimanere fermi si sono approcciati per la prima volta a questo nuovo sport.
Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?
I miei genitori non sono mai stati “sportivi nati” però ci tenevano che fin da piccolo dovessi far sport, quindi mi portavano da un campo da Basket a uno da tennis facendo la trottola, a loro devo molto!
Da li poi è nato questo amore per lo sport e ho iniziato a lavorare a soli 17 anni come istruttore di Beach tennis e come Specialista sportivo in un Camp estivo per ragazzi, poi ho intrapreso più percorsi di studi universitari specifici fino ad arrivare a fare il Docente di Scienze Motorie.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Al di là delle doti personali e attitudini la forza di volontà è essenziale, infatti anche quando sono in classe spiego sempre che il mio obiettivo nel fare questa materia oltre al lavoro fisico è aiutarli a costruire la forza di volontà, utile nello sport e nella vita!
Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?
Consiglierei a tutti i ragazzi di far tennis e Padel, sono due sport bellissimi e non è vero che sono sport “unilaterali” se svolti bene con le giuste figure di riferimento possono essere sport molto più completi di altri.