Annamaria De Chiara: “Il Kung Fu è come il vestito di un sarto che viene realizzato su misura del praticante”
13 Luglio 2023Annamaria De Chiara è Il primo Maestro donna di Kung Fu Tradizionale per le province di Salerno ed Avellino ed il primo, in Europa, per la danza del Leone lignaggio Chiu Chi Ling.
Avvocato specializzato in diritto dello sport, nell’ambito delle discipline orientali si occupa degli stili di kung fu della Cina del Sud e della medicina tradizionale cinese con particolare attenzione al Qi Gong, della danza del Leone della Cina del Sud ( con esibizioni in svariate parti del mondo). Inoltre è istruttore di Sanda ( combattimento sportivo del Kung Fu), di pilates e yoga, ed istruttore fitness specialista nella metodologia di allenamento dei soggetti in età evolutiva con formazione anche nella nutrizione sportiva.
È allieva diretta del maestro Luigi Martone, caposcuola della Internazionale Chiu Chi Ling Hung Gar Association – Italy Branch , per lo stile Hung Gar e la Danza del Leone.
Per il wing chun è allieva diretta del Maestro Michael Fries.
Attualmente ricopre il ruolo di direttore tecnico per l’associazione Accademia Hak Fu Jow Kung Fu che opera a Salerno, Giffoni ( Sa) e Solofra (Av) e membro della Consulta Provinciale dello Sport presso la provincia di Salerno.
Il maestro De Chiara rivolge particolare attenzione al settore giovanile che ritiene nevralgico per il futuro del kung fu. Infatti, solo stimolando le nuove generazioni a queste discipline, si potranno avere in futuro, praticanti e maestri abili e preparati, ma soprattutto con la dovuta passione. La sua esperienza trentennale ha consentito di strutturare un programma di allenamento giovanile che rappresenta un punto d’incontro tra la metodologia classica cinese ed i moderni protocolli delle scienze motorie.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Con il covid 19, indubbiamente ci siamo, improvvisamente, ritrovati tutti in una condizione nuova e difficile da gestire.
Per quanto riguarda l’ Associazione Sportiva che dirigo e che rappresento sia come Maestro che come Presidente ho spinto molto nel mantenere unito il gruppo in particolare con le videolezioni e webinar.
Sicuramente la paura di perdere tutto il lavoro svolto frutto di anni di sacrifici è stata tra le mie preoccupazioni principali, anche perché, come sappiamo, il settore dello sport è stato tra i più penalizzati. Appena è stato possibile abbiamo ripreso le attività all’aperto facendo lezione nei parchi per poi ritornare a praticare in palestra, rispettando le restrizioni previste dalla legge.
Durante tutto questo periodo abbiamo lavorato molto sulla motivazione, sensibilizzando i ragazzi a non lasciarsi andare, ma al contrario ad adattarsi alla situazione perseguendo uno stile di vita sano in modo da mantenere forte il sistema immunitario. Relativamente al settore giovanile per il perseguimento di questo scopo è risultato fondamentale la collaborazione con i genitori che hanno supportato le attività della nostra Accademia.
Infatti il nostro motto è stato questo aforisma di Sun Tzu “La Vittoria si ottiene quando si è preparati ad ogni Imprevisto “.
Fortunatamente, ad oggi, la situazione sembra essere rientrata e sembra tutto un brutto ricordo.
La paura del contagio ha rappresentato indubbiamente un aspetto determinante durante il periodo pandemico, soprattutto negli ambienti più frequentati come le palestre. La nostra disciplina, il Kung Fu, fortunatamente presenta un programma molto vasto e quindi abbiamo potuto lavorare su tutti quegli aspetti che non prevedono il contatto tra gli allievi.
Relativamente alle severe misure restrittive non abbiamo potuto far altro che adattarci per garantire al massimo la salute dei nostri tesserati.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
In considerazione del fatto che la nostra attività si svolge prevalentemente indoor, sia in strutture pubbliche che private, la chiusura delle palestre ci ha fortemente penalizzati.
Allo stesso tempo anche alla ripresa al chiuso, gli aggravi a carico delle Asd relativi alle spese di sanificazione dei locali e delle attrezzature, oltre che chiaramente all’obbligo della vaccinazione per gli atleti, hanno influito negativamente in maniera determinante.
Nonostante tutto ciò, con grande soddisfazione, siamo riusciti a superare questo terribile periodo.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Ho cominciato all’età di 6 anni , grazie alla spinta di mia mamma, a praticare pallacanestro. La componente agonistica insita in questo sport l’ho poi riportata nella disciplina del Kung Fu che ora pratico.
A differenza della pallacanestro che è una disciplina di squadra, il Kung Fu è una pratica individuale, volta allo sviluppo psicofisico della persona da un punto di vista olistico, quindi corpo, mente e spirito.
Per questi motivi la spinta agonistica deriva principalmente da una componente personale che mi ha portato a gareggiare a diversi livelli sia in ambito nazionale che internazionale
Nella nostra Accademia l’agonismo è un aspetto meramente facoltativo.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Nel Kung Fu la volontà rappresenta il 90% della pratica. Infatti spesso si ricorda agli allievi che è la mente che muove il corpo e non il contrario.
Senza questo aspetto non si riuscirà a percorrere molta strada sia in ambito marziale che nella vita. Il combattimento, il lavoro duro, la determinazione, la costanza e l’impegno nella pratica rappresentano delle metafore del come dobbiamo affrontare e superare le problematiche che si possono presentare nel quotidiano.
Inizialmente l’allievo baserà la sua formazione sulla disciplina ma in seguito dovrà sviluppare quello che è l’aspetto più importante che è alla base della motivazione e cioè l’ autodisciplina.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Questa è una domanda interessante, alla quale rispondo con molto piacere, visto che il settore giovanile rappresenta una parte determinante della nostra Accademia.
Viviamo in una società dove i giovani sono molto insicuri e fragili anche da un punto di vista emotivo.
Il mio invito più che consiglio è quello di prendere coscienza che ognuno di noi ha un potenziale non indifferente.
Questo potenziale si riduce notevolmente se puntiamo ad una omologazione di massa.
Intraprendere un percorso nel Kung Fu significa valorizzare le singole individualità perché quello che può essere penalizzante in un contesto, può essere un punto di forza in un altro.
In Cina c’è un vecchio adagio popolare che recita: “Il Kung Fu è come il vestito di un sarto che viene realizzato su misura del praticante”.