Annamaria Rufino, lo spaesamento del mondo contemporaneo
10 Dicembre 2023C’è un aumento dei fenomeni violenti nelle società contemporanee. Basti pensare alle guerre in atto. Invece di evolversi la società umana sembra stia regredendo.
Il mondo contemporaneo appare “spaesato”. Alla lettera questo termine ci dice che non si ha più consapevolezza di cosa fare e dove si possa andare. Una vecchia espressione, oggi poco usata, ma di tradizionale efficacia, diceva: stare con i piedi per terra! Ovvero avere cognizione della realtà. Forse non è più usata perché tutti vaghiamo in una dimensione di estraneità, a tutto, al luogo a cui apparteniamo, alle relazioni che intendiamo e al futuro che vogliamo. Non vi è una direzione, sconcertati, come siamo, da un susseguirsi di drammatiche emergenze, come la guerra e le emergenze climatiche, che, attraversano il nostro immaginario, anche senza rendersene conto.
La violenza scatenata sui soggetti deboli, vecchi, donne e bambini, sembra rifarsi al vecchio adagio per cui al peggio non c’è mai fine. Fanno particolare impressione i femminicidio che si moltiplicano a ritmo forsennato.
Quando rischi, paure e sfiducia attanagliano la società le debolezze inevitabilmente riemergono e, con le debolezze, le paure e l’aggressività. La recrudescenza di violenza e aggressioni sui più deboli si somma a quella, più atavica, della violenza di genere, rispetto a cui non si può negare il fallimento delle istituzioni. l’Italia, purtroppo, occupa una posizione apicale nei femminicidi e nelle discriminazioni di genere. Una cultura atavica e bestiale, che permane sottotraccia per poi riemergere purtroppo quotidianamente. Formazione, cultura civica e indirizzo politico sembrano alleati in funzione distrattiva, da un fenomeno violento che non solo riguarda tutti, ma che danneggia tutti.
In questo contesto si muove la proposta del Ministro dell’istruzione Valditara che mira ad introdurre nelle scuole l’educazione ai sentimenti.
La proposta formativa potrebbe avere uno spazio per azioni risolutive, tuttavia richiede un intervento complessivo, che includa tutti i settori e tutte le istituzioni primarie e, non da meno, il mondo della comunicazione.
Può sostituirsi la Scuola alla famiglia, prima agenzia educativa, nell’educazione alle relazioni sociali e sentimentali?
Le istituzioni tutti e tanto più quelle primarie, come famiglia e scuola sono il risultato di un sistema complesso di regole, obiettivi, necessità e relazioni. Nessuna istituzione può sostituirsi ad un’altra. Occorre una riflessione di sistema, attenzionata, strutturata e finalizzata con obiettivi chiari e condivisi.