Antonino Esposito racconta il Sorrento Jazz Festival
21 Dicembre 2023Abbiamo intervistato Antonino Esposito, fondatore del Sorrento Jazz Festival, kermesse che quest’anno spegne ventiquattro candeline. Una chiacchierata interessante dove si ripercorre la nascita del progetto, la personale visione di questa iniziativa e l’impegno in prima linea nella promozione delle bellezze di un luogo patrimonio dell’umanità.
Come ogni anno, anche quest’anno, dal 18 al 21 dicembre il Sorrento Jazz Festival ospiterà alcuni tra i nomi più prestigiosi del panorama nazionale ed internazionale, e siamo alla ventiquattresima edizione. Com’è nata questa iniziativa? Qual è stata l’intuizione vincente?
Il Sorrento Jazz nasce esattamente nel 2000 un po’ per caso a dire la verità. All’epoca io collaboravo con un’associazione che organizzava rassegne teatrali nella penisola sorrentina, anche se mi occupavo poi di tutt’altro nella vita. La passione che ho sempre avuto per questo particolare genere musicale e le sollecitazioni da parte di amici e conoscenti, mi hanno spinto a cimentarmi in questo ambito. Da qui ho ideato questa rassegna musicale che inizialmente prendeva parte al Chiostro di San Francesco per poi spostarsi di tanto in tanto presso la Villa Fiorentini. Ora, sono diversi anni che Il Sorrento Jazz Festival ha come cornice lo splendido Teatro Tasso di Sorrento, una location elegante ed accogliente, segnalatami dal sindaco Massimo Coppola, che ebbe questa intuizione davvero valida.
Il Festival prende parte all’interno di un quadro paesaggistico davvero unico. Che legame c’è con il paesaggio e quanto esso influisce sul valore complessivo del festival?
Beh, Sorrento non ha certo bisogno di presentazioni o ulteriori elogi, diciamo che parla da sé. Il legame con il paesaggio è molto profondo e importante sia ai fini del Festival sia ai fini della divulgazione delle bellezze e delle ricchezze di un luogo come la penisola sorrentina. Poi il Sorrento Jazz Festival, ha contribuito ulteriormente a promuovere Sorrento e ad attirare appassionati di jazz che non avevano mai avuto modo di visitare luoghi come questo, soprattutto in un momento dell’anno piuttosto inconsueto, come dicembre. E invece, da diversi anni, Sorrento viene scelta da tantissimi curiosi e turisti che subiscono una vera e propria fascinazione per questa cittadina a Natale.
All’interno del festival viene anche consegnato un premio molto prestigioso, il Surrentum Eventi, assegnato per il valore artistico della figura scelta. Secondo lei oggi il Sorrento Festival quanta importanza ha nella promozione della cultura e quanto impatto possiede sulla città di Sorrento?
Il Surrentum Eventi è nato da un’esigenza ben precisa: ossia quella di voler premiare un artista degno di nota e per le sue doti artistiche e per il valore che apporta al panorama musicale. Non è assolutamente un premio che è stato consegnato sempre durante il Festival anzi, si sono susseguite diverse edizioni in cui la commissione non ha assegnato questa onorificenza. Anni in cui non siamo riusciti a trovare un nome da premiare, o semplicemente non eravamo ispirati da qualcuno in particolare. E questo ci tengo a dirlo, per mettere in evidenza quanto ci sia di sentito nella consegna di questo riconoscimento e quanta importanza rivesta per l’organizzazione tutta. Ora, il premio consiste in una vera e propria finezza artigianale della penisola sorrentina: due gemelli d’oro racchiusi all’interno di una scatola in legno intarsiato, realizzata da un artigiano sorrentino, capace di dare vita a piccole opere d’arte. Tutto quindi rigorosamente made in Sorrento.
L’edizione di quest’anno si preannuncia ricca di momenti emozionanti con un programma davvero variopinto. Qualche anticipazione?
Quest’anno il festival ospiterà i Cantori di Posillipo che si esibiranno in un repertorio non solo napoletano, ma anche jazz, ripercorrendo alcuni pezzi cult del panorama internazionale. Poi seguirà la grande musica di Gae Maria Palumbo che suonerà le sue canzoni più famose interpretate sempre in chiave jazz, perché evidentemente, il jazz è il file rouge di tutto. La terza sera vedrà come protagonista Sergio Cammariere che sinceramente non ha bisogno di commento alcuno, ed è un onore averlo come ospite, lui che fa parte dell’olimpo dei grandi della musica italiana e che torna per la seconda volta al Jazz Festival dopo essersi esibito nel 2003 presso la Villa Fiorentini. E poi dulcis in fundo di questa ventiquattresima edizione, è l’orchestra BLIND una novità di cui mi sono innamorato sin da subito. Un piccolo miracolo che ha preso forma grazie al contributo instancabile del maestro Santoloci. L’orchestra composta da questi magnifici ragazzi ipovedenti e ciechi, si esibirà ripercorrendo classici del repertorio mozartiano e alcuni pezzi del panorama jazz.
In conclusione, le chiedo di descrivere con tre aggettivi questa splendida iniziativa. Che cos’è per Antonino Esposito Il Sorrento Jazz Festival?
Sorrento Jazz Fest è Unico, perché ha il pregio di non ripetersi mai e di offrire sempre un programma differente e multiforme. Frizzante, perché l’atmosfera è informale e accogliente. Ed infine, Spiritoso perché proprio per il suo forte carattere informale riesce sempre a divertire e a lasciare un segno sia nel pubblico sia negli artisti che vi partecipano.