Antonio Mocciola, l’Italia è una zavorra per i talenti
24 Luglio 2024Antonio Mocciola, giornalista, scrittore, sceneggiatore e autore teatrale, ha al suo attivo pubblicazioni di successo (“Le belle addormentate”, “Addosso”) e la firma dei booklet di cd e dvd di Giuni Russo e Franco Battiato. Esordisce nel 2007 con il monologo “Mediterranea passione”, interpretato da Piera Degli Esposti. I suoi lavori teatrali hanno ottenuto diversi importanti riconoscimenti, così come la direzione artistica di diversi progetti fotografici. Tra le tematiche dei suoi lavori, i diritti civili, specie in campo glbt, l’anticlericalismo e la storia dell’antifascismo.
Di multiforme ingegno direbbe qualcuno. Inseguendola in queste svariate attività artistiche, quale le è più congeniale?
Alla fine la scrittura è sempre e comunque visione, quindi il campo in cui si applica è indifferente. Quel che conta è il “tocco”, che rende le cose un po’ speciali, che ti fa dire “questo è un tipico film di Fellini” o “quello è una classica atmosfera kafkiana”. Sono ossessionato dalla “riconoscibilità”, a costo di sfiorare il clichet. Non riesco a capire gli artisti che “ballano” tutto bene, il lento e lo shake. Devo sapere con chi ho a che fare, quando mi approccio a un’opera. Onore a chi sa essere multiforme, ma se poi vedo forzature allora emerge malafede, calcolo, commercio. E questa è l’antitesi dell’arte.
I deboli e gli emarginati sono spesso al centro della sua attenzione. Scartando le nazioni di ispirazione islamica che certe libertà di scelte nel campo sessuale le puniscono con la morte quale è invece la situazione nei paesi che fanno parte del blocco democratico occidentale?
Il blocco è democratico, si, ma se mi consenti il paradosso è proprio questo, che mi terrorizza. Il fatto che milioni di incoscienti (almeno spero che lo siano) abbiano dato potere, col voto, a gente palesemente liberticida, nel cuore dell’Europa, mi sconforta. Nessuna dittatura è nata con un colpo di mano di pochi folli, ma sempre con ampi consensi popolari, con la passiva e complice distrazione dei non votanti. E uso la parola dittatura senza ironia. Si ridiscutono i diritti glbt e delle donne, siamo a livelli di abbrutimento senza fine. E mi fa ridere chi parla di “destra moderata”. Almeno in Italia, non esiste.
Ha firmato i booklet di alcuni cd di Giuni Russo, compreso quello sulla sua vita, firmato da Franco Battiato, in cui è contenuto il monologo “Mediterranea passione”, interpretato da Piera Degli Esposti a Torino nel 2007. Di nostro diciamo che con quelle meravigliose doti vocali Giuni ha raccolto veramente poco in termini di successo e popolarità, lei cosa aggiunge…
Che l’Italia é una zavorra per i talenti. Una voce così, ma oserei dire una personalità così, all’estero sarebbe diventata come la Streisand o la Dion. Giuni ha trovato sulla sua strada gente piccola, avida, miope, e tanta tanta invidia. La sua salute non ha retto. Ci sono altri casi illustri, a tutti noti, di come la discografia – e le malelingue – possano distruggere un artista. Giuni, nonostante tutto, ha vissuto la vita che voleva, e ci ha lasciato un repertorio molto più ampio di quello che la gente pensi. Va studiata e approfondita.
Quale strumento di comunicazione tra libro, teatro o cinema ritiene più efficace per la diffusione del suo messaggio?
Il teatro certo è più immediato, è carne viva che pulsa. Vengo dal giornalismo, dalla narrativa, dalla pagina scritta. E amo le immagini che solo il cinema ti può restituire. Ma il teatro è una magia insondabile, il suo mistero è ancora intatto. E quindi si, forse è lo strumento che mi affascina di più.
A settembre torna in libreria col libro di racconti “Carezze da imparare a memoria”. Ci vuole dare qualche anticipazione?
E’ una raccolta di racconti inediti, assieme a qualcun altro che pubblicai con lo stesso editore – Michele Grauso – una decina d’anni. fa. Ci sono anche un paio di poesie e di drammaturgie integrali. Una promenade nel mio mondo. A settembre, inoltre, gireremo un cortometraggio che ho scritto per la regia di Giorgia Filanti, “Carne riconoscente”, col contributo fondamentale di Francesco Leone e Gli Indecisi. Si parla dei pericoli dei falsi guru, dei manipolatori, sulle menti fragili, e dei danni che provocano i dogmi religiosi, per chi li vive come codici etici, e persecutori per sé e per gli altri. L’essere umano trova sempre il modo di complicarsi la vita, con la scusa di un dio qualunque.