Aritmie, lo smog ne aumenta il rischio
3 Maggio 2023L’esposizione acuta all’inquinamento dell’aria è risultata associata a un aumento del rischio di aritmia – battito cardiaco irregolare – in un ampio studio su 322 città cinesi pubblicato sul Canadian Medical Association Journal.
Le aritmie comuni, la fibrillazione atriale e il flutter atriale, che possono evolvere in malattie cardiache più gravi, colpiscono circa 59,7 milioni di persone a livello globale.
L’inquinamento atmosferico è un fattore di rischio modificabile per le malattie cardiache, ma finora non vi erano evidenze chiare di un collegamento tra smog e rischio di aritmie.
“Abbiamo scoperto che l’esposizione acuta all’inquinamento dell’aria era associata a un aumento del rischio di aritmia sintomatica”, afferma Renjie Chen della Fudan University di Shanghai. “I rischi si sono verificati nelle prime ore dopo l’esposizione e potevano persistere per 24 ore. Le relazioni esposizione-risposta tra 6 inquinanti e 4 sottotipi di aritmie erano lineari”, quindi al crescere dell’inquinamento aumenta il rischio di aritmie. I ricercatori hanno valutato l’esposizione oraria all’inquinamento atmosferico e l’insorgenza improvvisa di sintomi di aritmia utilizzando i dati di 2025 ospedali di 322 città cinesi. Lo studio ha incluso 190.115 pazienti con insorgenza acuta di aritmia sintomatica, tra cui fibrillazione atriale, flutter atriale, battiti prematuri (con origine negli atri o nei ventricoli del cuore) e tachicardia sopraventricolare. L’esposizione all’inquinamento atmosferico è risultata maggiormente associata al flutter atriale e alla tachicardia sopraventricolare, seguiti dalla fibrillazione atriale e dai battiti prematuri. Inoltre, tra i 6 inquinanti, il biossido di azoto (NO2) presentava l’associazione più forte con tutti e 4 i tipi di aritmie, e maggiore era l’esposizione, più forte era l’associazione. “Sebbene i meccanismi esatti non siano ancora del tutto compresi, l’associazione tra inquinamento atmosferico e insorgenza acuta di aritmia che abbiamo osservato è biologicamente plausibile”, scrivono gli autori. “Alcune evidenze hanno indicato che l’inquinamento altera le attività elettrofisiologiche cardiache inducendo stress ossidativo e infiammazione, compromettendo la funzione nervosa autonoma”.
L’effetto dello smog risulta immediato, sottolineando la necessità di proteggere le persone a rischio in caso di forte inquinamento atmosferico.