Asl Caserta, ad andamento lento… anzi lentissimo
18 Gennaio 2019Le leggi italiche, si sa, a volte diventano un groviglio inestricabile. La materia sanitaria non fa eccezione ma questo non può tradursi nel negare prestazioni che sono, invece, garantite.
Alcuni Uffici dell’Azienda sanitaria locale di Caserta “lamentano” un ritardo, per così dire “cognitivo-legislativo”, che si aggira intorno ai tre anni. Su questa base i no – che dovrebbero essere sì – alle istanze dei cittadini.
Il “caso” nasce dal rifiuto opposto dalla direzione di un Distretto sanitario l’Azienda di Terra di Lavoro all’istanza di una cittadina che, peraltro legittimamente, chiedeva di poter effettuare fuori regione un tentativo di fecondazione assistita eterologa.
“Si comunica – questa la sintetica risposta dell’Ufficio Asl –che le procedure di Pma vengono regolarmente erogate dal Reparto di fisiopatologia della riproduzione di questa Azienda presso l’ospedale di Marcianise in provincia di Caserta. Pertanto non è possibile (circolare Prot. 0726000 Regione Campania) concedere autorizzazioni per trattamenti di Pma fuori Regione”.
Sorvolando sul “presso” inteso oramai nel linguaggio parlato e scritto come “in, nel” invece del più appropriato, “vicino, in luogo non lontano da quello in cui si parla o a cui ci si riferisce” (così Treccani) ed avendo assodato che non siamo in presenza di una struttura attigua il nosocomio marcianisano ma di un reparto interno l’ospedale stesso, ci corre l’obbligo di fare alcune precisazioni. In primis, che in Campania ancora non si fa fecondazione eterologa e questo vale anche per il Centro di Marcianise. Quindi, veniamo alla questione più strettamente normativa.
La circolare alla quale, incautamente, fa riferimento il funzionario, è stata superata da ben due provvedimenti:
- la delibera della Giunta regionale della Campania (numero 284 del 21 giugno 2016) che all’articolo 9 dispone “che i pazienti possono sottoporsi a tecniche di Pma eterologa in altre regioni, senza costi a carico del Servizio sanitario regionale della Campania”;
- il decreto commissariale (numero 67 del 25 luglio 2018) che in tema di fecondazione assistita, recependo una sentenza della corte Costituzionale (la 162 del 2014) e favorevole pronunciamento, in tal senso, avvenuto in sede di Conferenza Stato-Regioni – sospendeva l’articolo “negazionista” della precedente delibera regionale (la 284 del 2016), di fatto, consentendo “l’espatrio” nel caso di fecondazione eterologa” .
Il finale, più che probabile, si consumerà in tribunale, così alla beffa per la signora si unirà il danno per l’Amministrazione.
Ed allora, su via, evitiamolo questo epilogo. Siamo buoni, e soprattutto saggi, concediamola questa autorizzazione.