Asl Caserta, il direttore (sanitario) non s’ha da fare
13 Marzo 2024Eppur non si muove. A diversi mesi di distanza dalle dimissioni “politiche” di Enzo Iodice l’Azienda sanitaria locale di Terra di lavoro ancora non trova la quadra per nominare un sostituto.
In tutta la Campania erano restati in pochi, per la verità, a lasciare scoperta quella casella. Tra gli altri, l’Asl Na3 Sud e l’Azienda ospedaliera San Pio di Benevento che, proprio di recente, hanno provveduto alle nomine.
Unica che continua a non “riempire il vuoto” resta l’Asl casertana. Eppure è proprio in questa Azienda che la nomina si rende più urgente, data la formazione giuridica e non sanitaria del manager, dottor Amedeo Blasotti. Né basta, per mettere una toppa, l’incarico di una sorta di facente funzione attribuito al dottor Gaetano De Mattia perché come sempre avviene in questi casi chi sa di essere “precario” (e a volte, purtroppo, avviene anche in tanti casi di chi “precario” non è) evita di assumere decisioni importanti, limitandosi alla fin troppo “ordinaria amministrazione”.
La legge attribuisce il potere di nomina del direttore sanitario ed amministrativo al manager ma, di fatto, non è mai stato così. È sempre stata al Politica, infatti, a suggerire il nome per la copertura di queste poltrone di “rincalzo”, utili quanto mai a ricompensare i signorotti della politica locale e a far quadrare i conti. Ed è appunto qui che casca l’asino.
Non c’è intesa fra le varie aree e relativi cacicchi che, in provincia di Caserta, sostengono l’attuale maggioranza del Governo Campano. Ed ecco spiegato il “mistero buffo”. Stando così le cose, la scelta più saggia per i decisori degli incarichi sanitari è quella di non scegliere. Si resta così in attesa che l’astuto mediatore che siede sullo scranno più alto di Palazzo Santa Lucia, oltre ad impegnarsi per avere il terzo mandato, trovi modi e tempi per realizzare il colpaccio di tirare fuori dal cilindro l’atout che scontenti il meno possibile i potentati locali. In attesa, è meglio mettersi l’animo in pace: il direttore sanitario non si farà.
Non conta, evidentemente, la considerazione – improntata a semplice buon senso – che lasciare claudicante la direzione strategica dell’Azienda sanitaria equivale ad appesantire ulteriormente un bilancio gestionale che segna, quasi dovunque in regione, il rosso, relegando la Campania all’ultimo posto in Italia per i Livelli essenziali di assistenza. I giochi di potere, a quanto pare, valgono più di un malato sofferente.