Asl Caserta, la morte (lavorativa) degli uni è vita per gli altri: ma a che prezzo?
9 Febbraio 2023Manifestazione di protesta stamani sotto la sede dell’Azienda sanitaria locale di Terra di Lavoro. Sfidando i rigori di un freddo polare, una cinquantina di operatori sanitari – sotto le bandiere della Cisl – sono venuti a gridare il loro no all’ennesima riduzione di organico che getterebbe sul lastrico intere famiglie, spesso monoreddito.
A monte della storia, ben due aziende cooperative che hanno gestito la struttura riabilitativa di via Collecini colpite da provvedimento interdittivo seguito, questa volta, non da un passaggio di cantiere ma dall’interruzione del rapporto di lavoro delle maestranze impegnate e con l’ Asl che è passata alla gestione diretta.
Beffarda ironia della sorte, nello stesso giorno e nel medesimo luogo (scale di accesso e locali dell’Asl Casertana) la disperazione di chi perdeva l’unica fonte di reddito si è incrociata con lo sgomento timoroso di chi andava a firmare per subentrare nel lavoro dei licenziati. A dramma si è sommato dramma in questa, sempre più frequente, guerra dei poveri che si sta manifestando con preoccupante frequenza, segnatamente nel sud del Paese e , per quanto attiene alla sanità, in modo particolare in provincia di Caserta.
“Dopo il duro colpo incassato per l’azzeramento di circa 100 operatori, fra contrattisti a tempo non rinnovati e somministrati nell’Azienda ospedaliera di Caserta – commenta Nicola Cristiani, segretario Cisl con delega alla sanità – non è pensabile che la nostra provincia subisca una ulteriore perdita di posti di lavoro con i 50 licenziati che lavoravano alla struttura riabilitativa di via Collecini, nel capoluogo, ai quali si potrebbero aggiungersi altri 35 operatori che rischiano il posto di lavoro. Si sfiorerebbe così quota 200”.
È davvero il colmo! In tutte le province della Campania si sta assumendo in sanità, in quella di Caserta, invece, si licenzia.
“La posizione della Cisl è presto detta – spiega Cristiani – la gestione diretta da parte dell’Asl introduce figure professionali che potrebbero essere impiegate altrove ma certo non possono vantare l’esperienza e la specializzazione raggiunta da chi, in tanti anni, ha assicurato assistenza ai disabili ospiti della struttura di via Collecini”.
“La nostra proposta – conclude il sindacalista cislino – è che l’Asl proceda con un nuovo scorrimento di graduatoria e assegni il servizio a una nuova cooperativa, consentendo così il passaggio di cantiere ai 50 licenziati”.
La nostra domanda invece, magari un po’ sempliciotta, è perché mai le informazioni dalle quali scaturiscono le misure interdittive ( la legge va sempre rispettata, ci mancherebbe ndr.) impieghino così tanto tempo a concretizzarsi nella misura stessa, creando così questi grossi sconquassi. E che c’entrano i lavoratori?