Attilio Bianchi, promosso o bocciato?
27 Marzo 2019Fra poco più di dieci giorni si deciderà “il destino” del manager dell’Ircs “Pascale” di Napoli. Definitivamente, dentro o fuori l’elenco nazionale dei direttori generali? Sarà il Tar a decidere.
Evviva, evviva Attilio – Antonio Bianchi, attuale direttore generale del “Pascale”, è stato ripescato dal Tar Lazio che lo ha “ammesso con riserva” alla selezione che indicherà i candidati idonei a dirigere quattordici aziende sanitarie, ospedaliere e universitaria della Campania. La battaglia di Attilio Antonio Bianchi è cominciata nel 2018 con il ricorso 4805 presentato al Tar Lazio e si potrà considerare conclusa martedì 9 aprile, giorno in cui il presidente della sezione terza quater del Tar Lazio, il magistrato Riccardo Savoia, ha fissato Camera di Consiglio.
Promosso o bocciato? Un paio di settimane e si saprà se il dirigente salernitano (Attilio Bianchi vive a Fucito) potrà occupare ancora una poltrona da direttore generale. Il confronto a distanza con il ministero della Salute è cominciato quando la determina 7440 di febbraio 2018 del direttore generale del ministero escluse Attilio Bianchi dall’elenco nazionale degli idonei per il ruolo di direttori generali di aziende sanitarie pubbliche. In Campania sono circa cento le domande presentate alla scadenza del termine fissato con l’avviso pubblico, e fra queste c’è ovviamente quella di Attilio Bianchi. Laureatosi nel 1982 col massimo dei voti l’attuale numero uno del Pascale ha lavorato a lungo su più fronti sanitari: specializzazione in igiene e medicina preventiva, corso di odontostomatologia, medico associato di medicina generale, guardia medica, responsabile della medicina legale, coordinatore delle attività riabilitative, direttore di distretto sanitario, direttore sanitario nella Napoli 3, direttore generale dell’Asur Marche. Manager del San Giovanni di Dio a Salerno, direttore generale dell’Università di Salerno per poi essere scelto dal governatore Enzo De Luca nell’ottobre del 2016, come direttore generale del Pascale. La prestigiosa Università “Bocconi” di Milano l’ha avuto fra i suoi studenti per due network, uno nel 2010, il secondo nel 2016. Network organizzati e riconosciuti dalla Regione Lombardia? Il problema è tutto qui.
Il ricorso presentato al Tar Lazio che verrà valutato fra pochi giorni in Camera di Consiglio verte su questo specifico interrogativo. Per essere inseriti nell’elenco nazionale degli idonei per la nomina a direttore generale si deve dimostrare di aver partecipato superandolo – nella propria o in altre Regioni – a un corso di formazione approvato durante uno dei tanti confronti Stato – Regioni in materia di sanità pubblica e di organizzazione e gestione sanitaria. Corsi organizzati dalle singole Regioni avvalendosi dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari e in collaborazione con le Università e altri soggetti pubblici o privati accreditati ai sensi dell’articolo 16-ter del decreto legislativo 30 dicembre 1992 e successive modificazioni. Il Tar, nel valutare i singoli ricorsi, chiede il certificato di formazione comprovante il grado di acquisizione degli strumenti e delle tecniche di cui all’art 3 comma 1 del medesimo decreto che costituisce l’unico titolo rilevante di cui all’art. 1 comma 4 lettera C del decreto legge 171/2010. Sono affollati e non gratuiti in Campania (circa 2.500 euro a partecipante) i corsi regionali per aspiranti manager, un piccolo business grazie anche alla partecipazione – di fatto obbligatoria – dei primari di nuova nomina e non riconfermati nel ruolo. Sarebbero almeno un paio i casi analoghi a quello di Attilio Bianchi decisi dal Tar Lazio con le sentenze 5095 e 5475, mentre circa dieci candidati hanno presentato o stanno per inoltrare ricorso al Tar laziale per ottenere l’inserimento nell’elenco nazionale dei candidati considerati idonei per partecipare a un avviso pubblico per direttore generale. Bianchi promosso o bocciato? La risposta arriverà il 9 aprile.