Avellino, il plesso di Moschiano non può continuare a marcire
23 Febbraio 2019Il consigliere regionale, Flora Beneduce, stigmatizza l’assenza del manager dell’Asl, Maria Morgante, da un incontro teso ad individuare un percorso per la struttura di Moschiano.
“Dopo aver glissato nella risposta ad un’interrogazione question time e disertato i lavori di un’audizione in Consiglio regionale, ieri mattina la Direzione della Asl di Avellino si è confermata latitante sulla vicenda dell’ex Casa di cura Parco degli Ulivi di Moschiano. Mi sono recata con la Commissione trasparenza della Regione nella struttura, ormai abbandonata da oltre 15 anni, ma della Direzione generale della Asl neanche l’ombra. Sul posto c’era soltanto il funzionario dell’Ufficio tecnico ma qui si tratta di decisioni strategiche, non affrontabili esclusivamente in sede tecnica.
Eppure la proprietà è della stessa Azienda sanitaria locale, che oltretutto pare non abbia il garbo neanche di rispondere istituzionalmente ai sindaci dalla zona: sette primi cittadini dei Comuni del Vallo di Lauro che più volte hanno provato, invano, ad incontrare i vertici aziendali e che ora sono sul piede di guerra perché dopo anni di abbandono e degrado temono rischi per la salute dei loro cittadini”.
Lo dichiara Flora Beneduce, consigliera regionale di Forza Italia e segretario dell’Ufficio di presidenza del consiglio regionale della Campania, che ieri mattina si è recata in visita nella struttura di Moschiano per appurare di persona le condizione dell’immobile di proprietà della Asl.
“Mi sono occupata della vicenda già a marzo scorso con un question time – prosegue la consigliera azzurra – mi sembrava assurdo che con il primo ospedale a 40 km e nessun centro di primo soccorso nelle vicinanze vi fosse un bene dell’Asl inutilizzato e destinato a marcire tra le erbacce. È una vicenda che grida vendetta. So che la presidente del Consiglio regionale D’Amelio in passato si è spesa perché lì nascesse un centro d’eccellenza per l’assistenza a malati di Alzheimer, sarebbe un bel passo in avanti, anche se dubito che vi sia una possibilità immediata di poter usufruire a stretto giro dell’edificio, perché oramai esso presenta alcune parti assolutamente inagibili. Ogni destinazione d’uso, comunque, va bene. Purché si restituisca alla città e al comprensorio un bene che è pubblico”, prosegue la consigliera azzurra.
“Lo scempio a cui abbiamo assistito ieri mattina supera la nitidezza persino dei rilievi fotografici, di cui già eravamo in possesso e che offrivano una rappresentazione plastica ed esauriente dello stato di abbandono in cui versa l’ex Casa di cura di Moschiano – conclude Beneduce – andremo avanti e non ci fermeremo ad oggi. Vogliamo sapere se i fitti passivi che l’Asl di Avellino sostiene sono davvero indispensabili, in presenza di una struttura così importante a disposizione della comunità irpina ma di fatto dimenticata”.