Balena a Sorrento, svolta per lo smaltimento della carcassa
19 Gennaio 2021A “presidiare” il corpo della balena, gonfiatosi enormemente e pericoloso anche per un eventuale scoppio dovuto ai gas, ventiquattro ore su ventiquattro, gli uomini dell’Ufficio Locale Marittimo di Sorrento.
Si avvia a soluzione la triste vicenda della balena venuta a morire nelle acque del “Golfo di Surriento”, quasi a voler rivivere dopo millequattrocento anni, la famosa leggenda del mostro marino (una balena) che ingoia un bambino, liberato subito dopo l’intervento dal Santo Patrono sorrentino, Antonino, invocato dagli uomini di mare della penisola sorrentina soprattutto durante le pericolose traversate oceaniche.
Nella giornata odierna, martedì 19, gli uomini della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, diretti dal Capitano di Fregata, Achille Selleri, con una propria motovedetta imbracheranno il cetaceo ( 21 metri di lunghezza ed una cinquantina di tonnellate di peso) per trasportarla in terraferma e da qui nell’inceneritore di Caivano, dove Sandro Mazzariol, patologo veterinario presso l’Università degli studi di Padova e responsabile dell’Unità di Intervento del “Cetaceans’ Stranding Emergency Response Team (Cert) effettuerà l’esame autoptico.
“Sulle cause della morte – spiega Lucio De Maio, dirigente dell’Arpac Regione Campania, intervenuto nel porto di Sorrento subito dopo l’affondamento del grosso cetaceo – molte sono le ipotesi. Di solito – spiega il dirigente Arpac – i grossi cetacei scelgono fondali poco profondi quando hanno problemi di salute in modo da poter emergere rapidamente per l’ossigenazione. L’esemplare ritrovato morto a Capri, nel settembre scorso – ha aggiunto De Maio – era infestato dagli Anisakis, i terribili parassiti frequenti nei pesci azzurri (acciughe soprattutto). Dai primi filmati – ha concluso Lucio di Maio – non escludo la presenza anche di un cucciolo (l’esemplare morto è una femmina adulta di oltre 21 metri e una cinquantina di tonnellate di peso), riuscito a prendere il largo subito dopo la morte della mamma”.
A “presidiare” il corpo della balena, gonfiatosi enormemente e pericoloso anche per un eventuale scoppio dovuto ai gas, ventiquattro ore su ventiquattro, gli uomini dell’Ufficio Locale Marittimo di Sorrento, diretto dal primo luogotenente Antonio De Santis, anche per tenere lontani le centinaia di curiosi venuti da tutta la Campania.
Della vicenda e dello stesso trasporto del Cetaceo, di dimensioni enormi, nell’inceneritore regionale, oltre alla Capitaneria di Porto si stanno interessando i tecnici dell’Area Marina Protetta Punta Campanella, Marevivo Regionale, il comune di Sorrento.