Balneabilità in Penisola sorrentina, restano dei punti oscuri e non solo a mare
23 Agosto 2022Mentre la maggior parte dei mass media locali e la stessa televisione pubblica fanno a gara a celebrare il ritorno alla normalità della balneazione a Sorrento, le Associazioni del territorio (le sorrentine “Conte anche tu” e “Cittadinanza Attiva”- responsabili Francesco Gargiulo ed Enrico Aprea) ed il Wwf “Terre del Tirreno” presidente Claudio d’Esposito) denunziano alla Procura della Repubblica, Ministero della Salute i “balletti” di una situazione altamente critica della rete fognaria in penisola sorrentina, Vico Equense compresa dove vige il gioco delle “tre carte” dove un occulto ma non troppo manovratore riesce a “purificare” gli scarichi fognari. Nel frattempo il sindaco di Meta, Giuseppe Tito è stato “costretto ad emettere un’ordinanza parziale di divieto di balneazione dopo i vari ”si consiglia” segnalati dall’Arpac e mal interpretati da qualche giornale locale “imbeccato” da dilettanti allo sbaraglio. Alla denuncia al Ministero della Salute ed alla Procura della Repubblica, Francesco Gargiulo ed Enrico Aprea in riferimento all’alternanza dei dati sulla balneazione a Marina Grande, prendendo a spunto la gravissima denunzia fatta dal Presidente del Consiglio comunale di Sorrento, Luigi Di Prisco, sul consueto inquinamento marino anche in giorni diversi da quelli con eventi temporaleschi segnalato dagli stessi residenti, chiedevano il monitoraggio continuo degli scarichi, di risalire alle cause dell’inquinamento compreso il puzzo insopportabile che emana il vecchio depuratore. Di ben altra portata la segnalazione del Presidente del Wwf Claudio d’Esposito che nel denunciare il ritardo a Marina Grande di Sorrento, nell’apposizione del divieto di balneazione e la massima pubblicità data dalla stampa di parte al ritorno alla normalità, chiede di sapere le cause dell’inquinamento non potendosi far risalire solamente alla pioggia l’alterazione dei parametri delle acque di balneazione. La cosa, ormai assunta per “normale”, scrive Caludio d’Esposito – è giustificata con lo sfioramento delle acque bianche nelle acque nere (non essendoci in penisola sorrentina la divisione delle tubature piovane da quelle fognarie, né pozzi di prima pioggia come previsto dalla legge) e il loro sversamento a mare dai “troppo pieno” che, per l’occasione, svolgono il ruolo di convogliare le acque in eccesso a mare…”.
inquinando in tal modo “a norma” .
Ma il grosso dell’inquinamento viene registrato ogni giorno a Meta dove aggiungo il Presidente d’Esposito – a seguito di diverse segnalazioni e documentazioni fotografiche, pervenute al WWF, si è potuto accertare una GRAVE SITUAZIONE che interessa la tenuta della condotta fognaria consortile in gestione GORI S.p.A. che attraversa il Vallone Lavinola, al confine tra il comune – di Piano di Sorrento e quello di Meta e che, si presume, possa rappresentare una delle cause dell’inquinamento osservato nel mare di Meta “Tale condotta – spiega il Presidente del Wwf – realizzata in una galleria in cemento armato all’interno del costone tufaceo appare, di fatto, in una grave situazione di precarietà statica a causa di un crollo/cedimento nel tratto finale nel comune di Piano di Sorrento, con perdita di liquami che si disperdono in una sottostante grotta tufacea prima di raggiungere l’alveo fluviale e, quindi, il mare, provocando pericolosi dissesti del suolo e del delicato equilibrio geomorfologico del sito oltre ad un grave inquinamento ambientale. Pertanto conclude il Wwf, si chiede, tra l’altro, – l’accertamento del corretto funzionamento e della reale capacità di depurazione degli impianti in gestione della GORI;- l’individuazione della provenienza delle sostanze giunte nelle acque marine costiere della penisola sorrentina come attestato dall’ARPAC; – la verifica, nelle località dove è stata accertata la presenza di liquami fognari, dell’avvenuta attuazione di tutte le eventuali procedure di Bonifica dei Siti e di messa in sicurezza dell’area marina e terrestre, comprese le operazioni di bonifica degli arenili così come previsto dalle normative vigenti (Dlvo.152/06), consistenti nel filtraggio, purificazione e successivo ripascimento;- la verifica della capacità tecnica-organizzativa dei gestori e/o delle pubbliche amministrazioni a far fronte e/o prevenire imprevisti, incidenti, guasti e/o occlusioni alla rete idrico/fognaria; la verifica/accertamento della tipologia degli interventi effettuati alla rete idrico/fognaria- l’individuazione di tutte le responsabilità individuali civili e/o penali, anche di carattere omissivo da parte di pubbliche amministrazioni ed enti gestori.